Arriva domani Special su Netflix, la prima creatura televisiva di Ryan O’Connell, che si presenta al pubblico nelle vesti di protagonista, produttore e autore dell’autobiografia da cui la serie è tratta. Alle pagine di I’m Special: and other lies we tell ourselves, infatti, si ispira il racconto della vita di un uomo gay affetto da paralisi cerebrale, non sempre a proprio agio con la condivisione della propria disabilità.
La premessa di Special su Netflix è semplice: perché accontentarsi di essere normali quando si può essere speciali? Ed è proprio questla fede che il protagonista abbraccia una volta raggiunta l’età adulta. Stufo di soccombere alle difficoltà della disabilità e del suo orientamento, Ryan decide di fare in modo che la sua vita prenda una piega diversa.
Questa presa di coscienza non è semplice. Inizialmente, infatti, il protagonista è ben lontano dal coming out e si comporta come se la sua paralisi cerebrale non sia congenita, ma dovuta a un incidente d’auto. Finché le cose non cambiano, e la vita vera può cominciare.
Quasi fosse una web series, Special su Netflix è composta da otto episodi da circa 15 minuti ciascuno, durante i quali riusciamo a cogliere alcuni aspetti della quotidianità di Ryan, della madre, dei colleghi. Da un lato, una tale brevità aiuta ad assorbire la storia in un’unica soluzione; dall’altro, costringe gli autori a compiere scelte narrative che sacrificano il contenuto dell’autobiografia e restituiscono una serie di flash sulla vita del ragazzo, più che una storia compiuta.
Il mondo ristretto e a scorrimento veloce di Ryan potrebbe quindi essere tacciato di eccessiva semplicità? Non è detto. Perché dietro l’epifania di un momento – fare coming out, decidere di abbracciare il proprio essere speciale – può nascondersi la forza di un’esperienza profondamente e talvolta dolorosamente umana. Un’esperienza universale.
A raccontarla per la prima volta troviamo lo stesso Ryan O’Connell (Ryan Kayes, nella serie), Jessica Hecht (nei panni della madre Karen), Punam Patel (la collega Kim Laghari), Marla Mindelle (il supervisore Olivia), Patrick Fabian (Phil, vicino di Karen), Augustus Prew (Carey), Jason Michael Snow (Keaton). Ad affiancare O’Connell, Jim Parsons nel ruolo di produttore esecutivo.
Dare o non dare, insomma, una chance alla serie? Noi diciamo di sì: in fondo, come dice il nostro Ryan, non c’è bisogno di essere affetti da paralisi cerebrale per empatizzare con il suo personaggio. E siamo curiosi di ascoltare una voce nuova, la voce di un giovane che arriva sulla scena senza esperienza in recitazione, un blogger che fatica ad accettarsi e che vuole il suo show perché è stufo della televisione che chiude gli occhi dinanzi alla realtà della sua vita, incluso il sesso gay.
Debutta domani Special su Netflix. Ecco il trailer della prima stagione.
Serie divertente, mai banale, che sa guardare la realtà con occhi spietati ma veri. Non potete fare così però! Non voglio 8 episodi ma 80! Bravi! Prodotto meraviglioso
Ho guardato la serie tutta d’un fiato ho piani ho riso mi ha emozionato è un capolavoro assoluto nuovo avanti moderno emozionante voglio un seguito la cosa migliore che ho visto da tanto tempo straordinario