Netflix annuncia tre nuove produzioni che saranno realizzate in Italia e tra queste c’è la serie di Tre Metri sopra il cielo, adattamento in forma seriale dell’omonimo romanzo di Federico Moccia del 2004. E viene da chiedersi: ce n’era proprio bisogno?
Il romanzo sulla storia d’amore contrastata tra Step e Babi, uscito in una prima edizione in pochissime copie nel ’92 e ristampato 12 anni dopo da Feltrinelli dopo essere diventato un piccolo fenomeno di costume tra gli adolescenti romani, è uno degli esempi più sopravvalutati in Italia di letteratura per adolescenti, ammesso che lo si possa inquadrare come tale. E il film che ne è seguito, con Katy Saunders e Riccardo Scamarcio diretti da Luca Lucini, non era certo meglio del libro. L’unica eredità lasciata da quel concentrato di banalità e stereotipi sull’adolescenza che è il libro di Moccia sono gli anni di lucchetti che hanno vandalizzato i ponti di mezza Italia, fino a spingere diversi sindaci ad emettere ordinanze per vietarli, di scritte sui muri ad imitare quella che dà il titolo al romanzo e al film, di altri libri e film dell’autore sulla stessa scia e della stessa inutilità.
Quando pensavamo di essercene liberati, ora che i lettori di quelle pagine avranno circa trent’anni, ecco che Netflix le riesca per un adattamento tv. Poco si sa di questa produzione, se non che sarà affidata a Cattleya e che avrà personaggi e ambientazionione diversi rispetto alla storia originale. Protagonisti sono Sally e Ale, appartenenti a due diverse realtà economiche e sociali che si incontrano e si attraggono sullo sfondo di gare motociclistiche lungo la Costa Adriatica. Più che un adattamento una serie liberarmente ispirata a quella di Moccia che in effetti era già stata trattata in tutte le salse e rischiava di sembrare solo un clone a puntate del film. Anche il titolo, Tre metri sopra il cielo, è solo provvisorio e potrebbe cambiare.
Più interessanti le altre produzioni annunciate dalla piattaforma. Curon sarà una serie a tema soprannaturale prodotta da Indiana Production e sceneggiata da Ezio Abbate (Suburra): la storia è quella di una madre che torna nel misterioso villaggio natale nel Nord Italia coi suoi figli adolescenti per scoprire che “si puo scappare dal proprio passato ma non da se stessi”.
Poi c’è Fedeltà, dal romanzo omonimo candidato al Premio Strega di Marco Missiroli: ambientata tra Milano e Rimini, è la storia di una giovane coppia che affronta le devastanti conseguenze di un presunto tradimento, scoprendo come la fedeltà coniugale diventi anche soprattutto un simbolo della fedeltà verso se stessi e le proprie scelte.
L’annuncio, da geni della pubblicità e del marketing quali sono dalle parti di Netflix, è arrivato con un post in forma di chat col pubblico.