Netflix continua a pensare in grande, accettando di assumere anche dei rischi enormi con progetti molto ambiziosi: ne è conferma l’annuncio clamoroso che Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez diventa una serie tv, che sarà prodotta e distribuita dalla piattaforma nei 190 paesi del mondo in cui il servizio è attivo.
Il colosso dello streaming ha annunciato che porterà sugli schermi dei suoi abbonati di tutto il mondo il capolavoro dello scrittore colombiano naturalizzato messicano, l’amato Gabo divorato ed osannato da generazioni di lettori, adattando in una serie il romanzo che racconta la storia di una grande famiglia travolta da un ineluttabile destino: la saga dei Buendía per la prima volta diventa un racconto a puntate, con una produzione che si svolgerà quasi interamente in Colombia.
La sfida sarà quella di rendere onore sullo schermo al linguaggio sontuoso e alla fantasia prodigiosa di Marquez, che proprio con Cent’anni di solitudine ha avuto la sua definitiva consacrazione sulla scena letteraria mondiale nel 1967, fino ad arrivare a vincere il premio Nobel per la Letteratura nel 1982. Il romanzo ha decisamente fatto la fortuna del suo autore ma non solo, visto che è considerato un apripista di una fortunata e prolifica stagione della letteratura sudamericana.
Considerato un esponente di punta di quel “realismo magico” di matrice colombiana che sarebbe assurto a vero e proprio genere letterario e cinematografico nei decenni successivi, Marquez è mancato nel 2014 all’età di 87 a Città del Messico e questa è la prima volta che la sua famiglia acconsente a cedere i diritti della sua opera per un progetto del genere. Non solo: Netflix ha acquistato i diritti per l’adattamento, ma ha anche coinvolto i figli dell’autore, Rodrigo García e Gonzalo García Barcha, che saranno i produttori esecutivi della serie, a garanzia della fedeltà all’opera originale.
Finora altri romanzi dello scrittore come Cronaca di una morte annunciata e L’amore ai tempi del colera sono stati adattati come film o serie tv in vari paesi, Italia compresa, ma Marquez non ha mai permesso che i diritti di Cien Anos de Soledad (questo il titolo originale dell’opera) fossero ceduti per una trasposizione, in quanto non riusciva ad immaginare l’epopea della famiglia Buendía sul piccolo o grande schermo, come hanno raccontato i figli.
Per decenni nostro padre era riluttante a vendere i diritti cinematografici perché credeva che non fosse possibile un adattamento entro i limiti di tempo di un lungometraggio, o che produrlo in una lingua diversa dallo spagnolo non gli avrebbe reso giustizia. Ma siamo entusiasti di supportare Netflix e i registi in questa avventura, e desiderosi di vedere il prodotto finale.
Indubbiamente sarà tra le operazioni più rischiose e difficili di Netflix quella di mettere in cantiere una serie su un best seller da 47 milioni di copie vendute nel mondo in oltre cinquant’anni (è stato tradotto in 46 lingue): la sfida è replicare su un mezzo artistico differente la grandezza e la potenza di un classico della letteratura latinoamericana e un pilastro della narrativa mondiale. Non è dato conoscere la tempistica della produzione, che inevitabilmente sarà molto lunga.