L’incubo dei Subsonica è un featuring con Willie Peyote, il rapper torinese di Ottima scusa e C’era una vodka, e racconta il terribile bivio emozionale creato dall’ansia da prestazione. La band di Samuel non è nuova nell’argomento, se ricordiamo l’ironica Depre del fortunato album “Microchip Emozionale” (1999). Il singolo è contenuto nell’album “8”, il disco con il quale i Subsonica hanno voluto suggellare il loro ritorno in studio dopo le esperienze soliste maturate dai singoli membri.
Ascoltare L’incubo dei Subsonica con Willie Peyote significa riscoprire l’attitudine disco che ha reso la band una delle più importanti realtà della musica alternativa italiana degli anni ’90. Samuel canta con voce sommessa, accompagnato da un arrangiamento trascinante fatto di un beat semplice ma spinto dal riff di basso, ai quali si aggiungono le chitarre in wah. Gli interventi di Samuel e Willie si alternano tra strofe che denunciano la paura di un risultato con parole piene di angoscia: «Un altro errore e ti perderai laggiù, senza far rumore, e fuori il mondo aspetta una tua decisione in fretta per giudicare se la rotta è giusta e se la seguirai».
Lo stato emotivo dell’indecisione diventa, secondo L’incubo dei Subsonica, una morsa soffocante che impedisce di trovare la lucidità più indicata per affrontare una nuova sfida: «Ma forse è l’ansia di deludere l’aspettativa che poi non ti aspetta, a fare nascere ogni dubbio, ogni perplessità». Così, le nuove pietanze sfornate da Casasonica ripropongono l’elettronica esplosiva e travolgente che da sempre ha reso la band di Boosta, Samuel, Casacci, Ninja e Vicio uno dei migliori risultati della fusione tra rock alternativo, indie, elettronica, house e dance. I Subsonica sanno mettere d’accordo i più infuocati rockettari e gli avventori dei club grazie ai loro show fatti di luci, psichedelia e potenza. Il live act trasforma letteralmente le location in grandi discoteche, e anche i più rigidi ominidi alpha si ritrovano a ballare ininterrottamente.
L’incubo dei Subsonica con Willie Peyote si colloca tra le più rappresentative canzoni della band di Disco Labirinto e dimostra che Samuel e soci hanno ancora tanto da dire, da cantare e da ballare.
TESTO
È come stare appeso ad un laccio
Sospeso nel tuo spazio
Un altro errore e ti perderai laggiù
Senza far rumore
E fuori il mondo aspetta
Una tua decisione in fretta
Per giudicare se la rotta è giusta
E se lo seguirai
Ed è arrivato il tempo di affrontare
Quella paura che non sai spiegare
Giusto o sbagliato, si confondono laggiù
Da questa distanza
L’incubo di quando non sai più decidere
Tra un equilibrio stanco e ciò che puoi vivere
La corda che ti lega a quello che di più caro hai
E un cappio stringe e soffoca
L’incubo di quando non riesci a decidere
Tra ciò che ti protegge e quello che è da recidere
In fondo a cosa serve questa libertà
Quando non sai che fartene
La tua coscienza di esame sanguina a volte
E quando sanguina arrivano a frotte
Vengono tutti a cercare risposte
A parte le casse se fossi
Un colpo al cerchio un colpo alla bocca
La solitudine dei numeri primi
I secondi non hanno numeri affini
Non hanno numeri affatto
Tra l’istinto e la razza
Quanto è sottile lo spazio per coscienza e coraggio
Ma forse l’ansia di deludere
L’aspettativa che poi non ti aspetta
A fare nascere ogni dubbio
Ogni perplessità
Con la paura di essere normale
Di non avere niente da gridare
Ok nessuno si ricorderà
Neanche un po’ di te
L’incubo di quando non sai più decidere
Tra un equilibrio stanco e ciò che puoi vivere
La corda che ti lega a quello che di più caro hai
E un cappio stringe e soffoca
Quell’incubo di quando non riesci a decidere
Tra ciò che ti protegge e quello che ti può uccidere
In fondo a cosa serve questa libertà (se non la usi)
Quando non sai che fartene
Cercare un capro espiatorio più misero
Che se va bene sei un grande, sei un idolo
Ma se va male mi aspettano al varco e quando decidono
Hanno paura se sembri più libero
Cercano un capro espiatorio più misero
Che gli assomigli terrestre e mammifero
Se già in passato c’è stato un messia ma questi lo uccisero
Mi ribello a Lucifero
L’incubo di quando non sai più decidere
Perché hanno un capro espiatorio più misero
La corda che ti lega a quello che di più caro hai
Fai paura se sembri più libero
L’incubo di quando riesci a decidere
Cercano un capro espiatorio più misero
In fondo a cosa serve questa libertà
Che se va bene sei un grande sei un idolo
L’incubo di quando non sai più decidere
Tra un equilibrio stanco è ciò che puoi vivere
La corda che ti lega a quello che di più caro hai
Fai paura se sembri più libero
Quell’incubo di quando non riesci a decidere
Tra ciò che ti protegge da quello che ti può uccidere
In fondo a cosa serve questa libertà
Fai paura se sembri più libero
L’incubo di quando non sai più decidere
Tra un equilibrio stanco è ciò che puoi vivere
La corda che ti lega a quello che di più caro hai
Fai paura se sembri più libero
Quell’incubo di quando non riesci a decidere
Tra ciò che ti protegge da quello che ti può uccidere
In fondo a cosa serve questa libertà
Fai paura se sembri più libero