Il grande successo di You di Netflix, rilasciata a dicembre scorso sulla piattaforma e diventata virale in poche settimane, non ha reso la serie esente da critiche, in particolare per l’atmosfera romantica e glamour con cui propone al pubblico una storia in realtà atroce, fatta di stalking, violenza domestica, omicidi ed altri delitti scaturiti dalla sfera dei sentimenti.
Lo stesso protagonista Penn Badgley si è ritrovato a dover prendere le distanze dal suo personaggio, ricordando alle fan adoranti del suo Joe che si tratta di uno stalker e di un assassino, non certo di un eroe romantico. Ma se una parte del pubblico, certamente quella più giovane e immatura, ha scambiato un mostro per un uomo innamorato, evidentemente è perché il racconto punta molto sull’ambiguità del personaggio, ora ritratto come corteggiatore premuroso ora come psicopatico omicida seriale.
La showrunner Sera Gamble non nega che la serie giochi molto sulla psicologia del pubblico e su come in casi di violenza sulle donne spesso si tenda ad incolpare la vittima insieme al carnefice, o perlomeno a sottoporla ai raggi X prima di dare un giudizio definitivo su vicende in cui è invece ben chiara la parte del torto.
Basata sul romanzo omonimo di Caroline Kepnes, la serie gioca sui due registri del thriller e della commedia romantica, spesso confondendo i piani. Da qui l’equivoco di fondo sulla valutazione dei personaggi, con molti spettatori incredibilmente portati ad incolpare la vittima Beck per le sue imprudenze e leggerezze ancor prima di condannare il suo aguzzino Joe.
L’introverso libraio che insegue la sua ragazza dei sogni, un’aspirante scrittrice preda inconsapevole di un predatore sociopatico, finiscono per diventare simboli di uno stereotipo, quello che spesso porta a riversare sulla vittima le colpe della violenza di cui è oggetto.
Sera Gamble ne ha parlato di recente a Bustle, affrontando lo spinoso argomento: You è una serie pericolosa per la sua ambiguità? Secondo la sceneggiatrice e showrunner, la serie non ha un intento pedagogico, non vuole invitare a proteggere la propria privacy né tantomeno colpevolizza chi pecca di imprudenza, piuttosto vuole mostrare come l’animo umano possa cedere agli istinti peggiori, anche nel modo in cui si giudica un episodio di violenza.
Adoro le commedie romantiche, le ho sempre amate, ma questo spettacolo è stato l’occasione per mettere davvero da parte ciò che significa quel genere. Penso che una delle cose più divertenti dell’essere umano sia immergersi nei suoi desideri problematici e nelle nostre stesse contraddizioni interne, vedendo ciò che è divertente in una fantasia e ciò che fa paura nella vita reale.
Più che essere un monito per le ragazze, You è “un ammonimento per gli uomini” a non lasciarsi ossessionare dall’idea del controllo dell’altra persona.
Questa è l’avvertenza. Penso che siamo molto chiari nel raccontare che in realtà non esiste un modo per proteggersi perfettamente nella società moderna. Questa non è una dichiarazione di genere, la tecnologia ha superato la nostra capacità di proteggere pienamente noi stessi.
La Gamble riflette anche sul doppio standard con cui normalmente vengono trattati i casi di violenza sulle donne, con la tendenza a pensare che la vittima possa aver indotto in qualche modo col suo comportamento la reazione violenta dell’uomo o che non sia stata abbastanza prudente nel proteggersi dal pericolo.
Joe ha un barattolo di denti umani, eppure ci concentreremo sul fatto che… oops, Beck si è messa a dormire e non ha comprato tende per il suo appartamento, e ora è morta. Sto generalizzando leggermente, ma c’è una serie di fatti su cui possiamo essere d’accordo sulle politiche di genere della nostra società, siamo più veloci nel giudicare le donne e siamo ansiosi di analizzare il comportamento della vittima… Mi sono ricordata della mia esperienza personale quando avevo vent’anni, non avevo soldi e ero sciatta per una serie di cose come la mia sicurezza personale a cui non avevo davvero il tempo di pensare. La verità è che noi tutti, maschi o femmine, siamo semplicemente fortunati quando qualcosa di brutto non ci capita, perché è un mondo pericoloso là fuori.
La stessa Gamble ha dichiarato che leggendo il libro si è ritrovata, talvolta, a tifare perché la storia tra i due protagonisti andasse in porto, nonostante fosse consapevole del pericolo rappresentato da Joe per la sicurezza di Beck. E questo meccanismo si ripete nel pubblico della serie.
Succedeva qualcosa [nel libro] e pensavo, ‘questo tizio è un fottuto idiota e una minaccia e un terribile, pessimo ragazzo’, e poi succedeva qualcos’altro e pensavo: ‘Bene, Spero davvero che questi due giovani pazzi possano funzionare insieme’. E in fondo alla mia testa mi chiedevo: “Cosa c’è di sbagliato in me?”. Lo spettacolo è divertente e stiamo mettendo in evidenza la folle ridicolaggine del pensiero di Joe, come il fatto che si considera una femminista. Ma non stiamo cercando di minimizzare la pesantezza della violenza e quanto sia distruttivo il suo modo di pensare per se stesso e per tutti quelli che lo circondano.
Insomma, You gioca molto sul pensiero implicito, sulle reazioni istintive del pubblico e sulle nostre cattive abitudini quando si tratta di analizzare e comprendere la violenza di genere. E continuerà a farlo con la seconda stagione, di cui sono appena iniziate le riprese.