Posso definire il Samsung Galaxy Fold come un passo obbligato per il produttore asiatico in occasione dei festeggiamenti per il decennale della serie Galaxy ma il primo smartphone pieghevole, nonostante lo stupore iniziale post lancio, mi spinge a riflettere almeno su una tripletta di aspetti. Nella serata di ieri, prontamente, abbiamo riportato un primo approfondimento sulla scheda hardware e pure sulle principali funzioni del dispositivo innovativo: ora è il tempo di ragionare su determinate scelte presentate solo qualche ora fa per capire anche se il device potrà conquistare il pubblico di acquirenti paganti.
Troppo piccolo?
La mia è una provocazione ma ragionata. Il Samsung Galaxy Fold da chiuso è uno smartphone (piuttosto un sandwich-smartphone, considerando la sovrapposizione di due unità), da aperto è un tablet ma per entrambe le tipologie di dispositivo rischia di essere considerato appunto piccolo o comunque con misure anomale rispetto agli standard. In effetti “da chiuso” ha una diagonale da 4.7 pollici ma è il rapporto tra lunghezza e altezza ad essere quasi anacronistico (il device è di fatto stretto e lungo). Ancora, da tablet, il dispositivo raggiunge “solo” i 7.3 pollici che sono anni luce distanti dai tablet più gettonati di ultima generazione che superano i 10 pollici. Capisco certo la portata rivoluzionaria di avere 2 soluzioni diverse in unico prodotto ma, nell’uso quotidiano, ci si potrebbe pure stancare delle due opzioni “monche”.
Usura, pezzi di ricambio e cover
La cerniera che assicura apertura e chiusura del Samsung Galaxy Fold e dunque il passaggio dallo smartphone pieghevole (o sarebbe meglio dire piegato) al tablet con un click, almeno secondo il produttore, è a prova di usura. Voglio crederci ma non posso togliermi dalla testa l’immagine di più di qualche possessore del device che aprirà e chiuderà compulsivamente il dispositivo soprattutto nei primi giorni post acquisto, solo per vedere “l’effetto che fa”: spero insomma che gli stress test dedicati siano stati adeguatamente condotti.
Quello che non oso immaginare è il prezzo di qualsiasi pezzo di ricambio del Samsung Galaxy Fold. A tanta tecnologia rivoluzionaria riunita in un unico dispositivo, corrisponderanno unità hardware altrettanto all’avanguardia e di certo non alla portata di tante tasche, nel caso in cui determinati danni non rientreranno in garanzia. Altro punto interrogativo: ma le eventuali cover e protezioni del Galaxy Fold saranno all’altezza di rispondere all’innovativo aspetto estetico o rischieranno di celare quanto di strepitoso sono riusciti a creare i designer? Lo scopriremo con calma, visto che l’uscita ufficiale del telefono nei negozi è prevista solo per il prossimo 26 aprile, dunque fra più di due mesi.
Prezzo
Il prezzo italiano del Samsung Galaxy Fold sarà di ben 2000 euro. Per uno smartphone pieghevole mi aspettavo di certo un valore commerciale così alto ma una volta ufficializzato il listino mi chiedo quanti vorranno e potranno permettersi il device. A fronte di utenti disposti a pagare sempre meno per uno telefono (la rincorsa verso brand cinesi come Xiaomi e OnePlus ne è la riprova) mi fa credere che le unità vendibili nel nostro paese potrebbero non essere moltissime: magari gli italiani aspetteranno pure la seconda generazione dell’esemplare per risparmiare un po’.
In aiuto al vertiginoso prezzo del Samsung Galaxy Fold potrebbero giungere le più che probabili proposte di abbonamenti rateali degli operatori mobili ma resto convinta di una cosa: il target prevalente interessato alla novità sarà di certo quello di professionisti quarantenni o cinquantenni, con un buon portafoglio e in grado di sfruttare realmente le potenzialità del device. Magari per motivi business: basti pesare alla fantastica funzione multitasking del dispositivo che consente di mantenere 3 app aperte sul display e dunque operare contemporaneamente su ciascuna di esse.