Continua l’impegno di Apple per assicurare che i suoi iPhone, iPad e comunque tutti i dispositivi a suo marchio non vengano prodotti con l’ausilio di minerali e metalli “insanguinati”, magari provenienti da luoghi di estrazione, raffinerie e fonderie dove non vengono rispettati i diritti umani dei lavoratori, soprattutto dei più giovani.
Da Cupertino è stato appena rilasciato un nuovo rapporto che pone l’accento sull’impegno responsabile nel verificare tutta la catena di approvvigionamento legata agli iPhone. In particolar modo dopo tutti i controlli effettuati nel 2018, 5 dei fornitori prima utilizzati per la catena di produzione dei device sono stati messi al bando. In ognuno di questi, sono state registrate delle anomalie più o meno rilevanti che non corrispondono agli standard qualitativi voluti da Cupertino. Al contrario, le verifiche sono andate a buon fine per altri 253 fornitori che dunque sono stati riconfermati come partner anche per l’attuale 2019.
I risultati appena pubblicati sono il frutto di un rapporto di “responsabilità ambientale” scritto e firmato dalla stessa Apple ad inizio 2018 con l’obiettivo di ridurre l’impatto della produzione di melafonini, tablet e chi più ne ha più ne metta sull’ambiente circostante. Non solo in termini di impiego di risorse naturali ma anche nel rispetto dei diritti dei lavoratori. In passato non sono state poche le inchieste che hanno coinvolto il brand di Cupertino, reo di costruire i suoi iPhone con metalli e altre risorse insanguinate perché estratte in condizioni limite da parte di lavoratori sfruttati. L’argomento è estremamente delicato e con il documento di autodisciplina, Tim Cook cerca di mantenere alta la reputazione del brand nei confronti di possibili accuse diffamati di sfruttamento, magari nei paesi in via di sviluppo.
Chi acquista un iPhone, dovrebbe dunque ora essere più sicuro di non contribuire allo sfruttamento di aree geografiche specifiche e di fasce di popolazione più deboli. Almeno questo è quanto auto-dichiarato dal brand, fino a prova contraria.