Ricordate quando vi abbiamo parlato di ban facili da parte di Spotify per gli utilizzatori di software ad-blocker? In quell’occasione i termini e le condizioni erano state aggiornate solo per quanto riguarda il servizio americano, cosa che è stata estesa da pochissimo anche al territorio italiano. L’aggiornamento del giorno è proprio il seguente: bisognerà guardarsi bene dal ricorrere a strumenti di questo genere al fine di bloccare gli annunci pubblicitari previsti dalla piattaforma di streaming musicale (pratica di per sé indebita, in quanto lesiva del regolamento che si va ad accettare nel momento in cui si usufruisce del servizio), altrimenti si verrà certamente bannati, e peraltro in modo definitivo e permanente, senza possibilità di appello.
Se fino ad oggi le misure preventive erano state meno severe e drastiche (l’account pizzicato all’uso improprio degli ad-blocker veniva sospeso temporaneamente, almeno fino a che l’utente in questione non provvedesse a disfarsi di certi tool per aggirare i vincoli pubblicitari previsti dalla politica interna di Spotify), a partire dal 1 marzo 2019 (data dalla quale entreranno in vigore le nuove clausole contrattuali) la situazione cambierà. La società ha così deciso di fare fronte alla piaga degli ad-blocker, utilizzati prettamente per gli account gratuiti, in cui gli annunci pubblicitari ad un certo punto della riproduzione interrompono il flusso uditivo per l’emissione di uno spot audio (come succede nelle migliori emittenti radiofoniche, del resto, come forma di sostentamento del canale).
C’è da stare molto attenti a giocare il fuoco: meglio evitare di ricorrere a certi mezzucci, ed acquistare eventualmente un abbonamento a pagamento che non preveda pubblicità (il prezzo del servizio non è così proibitivo, specie se si è studenti, o se lo si può condividere in famiglia). Mancano un paio di settimane all’applicazione del nuovo regolamento: non saranno concesse proroghe, e non verranno in alcun modo ammesse eccezioni.