Dopo le dichiarazioni di Duncan Jones, il figlio del Duca Bianco che non intende cedere i diritti per inserire la musica del padre nel film Stardust, George Underwood, un vecchio amico, dice la sua sul biopic su David Bowie. Il progetto di un film sull’Uomo che cadde sulla Terra è al centro di numerosi e sentiti dibattiti nelle ultime settimane dal momento che la famiglia del compianto cantautore britannico non intende offrire il proprio endorsement al film.
Il regista Gabriel Range ha più volte specificato che non si tratterà di un film biografico su David Bowie, bensì sarà concentrato sull’esperienza statunitense del Duca Bianco, maturata nel 1971. George Underwood ha rilasciato alcune dichiarazioni all’NME. Underwood era amico di Bowie dall’età di nove anni e quando la redazione gli ha domandato cosa pensasse del biopic su David Bowie ha risposto con scetticismo: «Devo essere sincero: ho paura. I biopic non sono mai fedeli alla verità, hanno sempre qualcosa di sbagliato. Ho amato il film Bohemian Rhapsody e il racconto su Freddie Mercury, ma non era accurato. Ho letto tanti libri su David Bowie e tutti erano la copia di qualcosa di inesatto».
Underwood racconta, per esempio, di quella volta in cui fu invitato a rilasciare un’intervista per il libro Bowie di Jerry Hopkins. L’autore lo pregò di parlare della differenza di colore negli occhi del Duca Bianco, perché proprio Underwood fu la causa di quella singolarità che rese ancora più caratteristico l’aspetto di David Bowie. L’amico gli aveva dato un pugno in adolescenza mentre litigavano per una ragazza. Il trauma provocò una midriasi permanente, ma Hopkins scrisse che i due lottavano per contendersi un ragazzo.
«Le biografie sono spesso un pettegolezzo, un sussurro cinese», riferisce Underwood all’NME, prendendo dunque le distanze dal biopic su David Bowie che, per ora, ha solo un regista e un attore principale.