Non poteva mancare l’intervento di Mauro Pagani sulle polemiche di Ultimo a Sanremo, quelle seguite al secondo posto dietro Soldi di Mahmood che ha appena annunciato di aver intenzione di partecipare a Eurovision Song Contest con la canzone vincitrice dell’ultima manifestazione condotta da Claudio Baglioni.
Il Presidente della Giuria d’Onore ha espresso la sua opinione sulle colonne di Rolling Stone, al quale ha rivelato di essere rimasto stupefatto dalle polemiche seguite alla proclamazione e che, in una certa misura, ha trovato persino offensive.
“Sono stupefatto. Le polemiche a Sanremo ci sono sempre, ma un livello di disinformazione tale mi pare offensivo. Maradona, Pelè o Messi sanno che ogni settimana possono perdere una partita e imparare a perdere è imparare a fare il proprio mestiere e a vivere. Anche i Beatles o Bowie non hanno avuto solo successi, e lo hanno accettato. E che un artista che l’anno prima vince Sanremo Giovani e l’anno dopo non ci riesce, sarebbe auspicabile che non protestasse, soprattutto se il regolamento è rimasto lo stesso”
Il giovane artista ha deciso di non presentarsi all’appuntamento della post finale di Domenica In, disertando anche la cover di Sorrisi e Canzoni Tv nella quale sono comparsi Mahmood, il vincitore, e il trio de Il Volo che si è classificato al terzo posto con Musica che resta.
Il Maestro Pagani si è poi soffermato sulle competenze della Giuria D’Onore, oltre che sulle sue già note, che molti hanno ignorato dopo la proclamazione del vincitore.
“Faccio questo mestiere da 53 anni: ho smesso di contare i miei concerti dopo i duemila ed erano ancora gli anni ’80 e ho partecipato come musicista, produttore o ospite a più di 150 dischi. Forse qualche competenza ce l’ho. Anche i miei colleghi della giuria possono tutti vantare esperienze nel campo della musica, della radio o della televisione, del cinema o del giornalismo. Hanno deciso tutto loro e adesso, sorprendentemente, si lamentano”.
Il Presidente ha anche dichiarato di aver votato per Mahmood e di essere un suo grande sostenitore. Si è inoltre detto sorpreso per i dubbi sul risultato, dal momento che si è votato senza conoscere le preferenze delle altre giurie, mentre ha ribadito di lasciare fuori la politica dal Festival di Sanremo.
“Bisogna restituire valore alle parole: politica è una parola alta, e non la mescolerei con queste ‘robette’ da cortile. Ogni tanto ci si dimentica del ruolo che si ha e si pensa a mendicare voti. Restituiamo un po’ di serenità e di calma”
E sulla nazionalità di Mahmood mette un punto definitivo, con sottile ironia, durante l’ospitata a Un giorno da pecora.
“Eravamo pilotati dai servizi segreti egiziani, c’era un ponte radio col Cairo…se non fosse triste questa la cosa la troverei divertente Mahmood è nato in Italia ed è cittadino italiano. Perché tutta questa bolgia? Se dobbiamo esibire il certificato di nascita dei genitori allora voglio anche la fedina penale”.