Nessuna buona notizia sul fronte delle rimodulazioni Vodafone, Wind Tre e TIM: le modifiche unilaterali di contratto che sembravano poter essere finalmente messe al bando grazie ad un paio di emendamenti contenuti nel Decreto Semplificazioni continueranno a poter essere imposte ai clienti, fino ad un nuovo tentativo di modifica delle normative vigenti almeno. Nella giornata di ieri, avevo prontamente riportato ai lettori la possibilità che due emendamenti presentati alle Commissioni Affari Costituzionali e Lavori pubblici del Senato potessero mettere finalmente fine a pratiche commerciali scorrette ma purtroppo le modifiche sperate non sono state confermate.
Come sottolinea anche il Corriere Comunicazioni, gli emendamenti contro le rimodulazioni Vodafone e degli altri vettori sono stati dichiarati come inammissibili all’interno del Decreto Semplificazioni e questo per un motivo molto semplice: quest’ultimo include norme che regolano il rapporto tra Pubblica Amministrazione e imprese e non dunque le stesse imprese e gli utenti finali. Di contro a questa spiegazione ufficiale i rappresentanti del Movimento 5 Stelle che hanno proposto le modifiche hanno parlato di decisione politica e per questo potrebbero ritornare all’attacco con gli stessi testi di legge ma nella forma di nuovi sub-emendamenti.
Tirano di certo un sospiro di sollievo tutti i vettori: le rimodulazioni potranno continuare ad essere imposte ai clienti (per il momento) senza che una chiara legge che ne stabilisca la non applicabilità. I due emendamenti lo ricordo, prevedevano il divieto di modifiche unilaterali del contratto o nei primi 6 mesi dopo la stipula di un’offerta telefonica o addirittura durante tutto il periodo della durata di un contratto appunto tra l’imprese e l’utente finale. La mancata approvazione delle proposte lascia la situazione invariata e di fatto non tutela i consumatori finali.
Sul prosieguo dell’eventuale iter delle modifiche sulle rimodulazioni Vodafone, Wind Tre, TIM e pure di altri eventuali vettori coinvolti, continueremo a non abbassare la guardia, magari sperando pure in una sapiente modifica del dedicato Codice del Consumo in tal senso.