Un’operazione nostalgia di sicuro successo in termini di ascolti, questo è quello che è la terza stagione de La Dottoressa Giò. Gli occhi di tutti ieri sera erano puntati sulla prima puntata del terzo capitolo della fiction ritornando indietro di 20 anni quando Barbara d’Urso era solo un’attrice e la sua Giorgia Basile era credibile. Ieri sera le cose non sono andate così e, sarà per via dei temi trattati o per le famose “faccette” della protagonista, è stato davvero difficile capire dove finiva la d’Urso conduttrice e iniziava l’attrice.
Giorgia Basile in fondo è la d’Urso. Ha un’amica giornalista pronta a riportare eventi e misteriosi accadimenti, è pronta a lottare contro tutto e tutti per un tema a lei carissimo, ovvero quella delle violenza sulle donne, e ci riesce riportando nella fiction addirittura il linguaggio di Pomeriggio 5 (con il famoso slogan “Chi ti picchia non ti ama”) diventando quasi la sua estensione.
Magari il linguaggio non è quello diretto che usa “miss caffeuccio” ogni giorno ma è quello della fiction ma è davvero questa la sottile differenza tra la d’Urso di Pomeriggio 5 e quella de La Dottoressa Giò. Il trash è servito e il popolo dei social ringrazia per le decine di smorfie e meme che ieri sera sono saltate fuori dalla prima puntata della fiction, ma è davvero questo il suo successo?
Nessuno si aspettava di vedere le grandi fiction italiane, almeno non quelle degli ultimi tempi, e così lo spettatore ha preso posto davanti alla tv per il sicuro trash che non era a questo livello dai tempi di Gabriel Garko ne L’Oronore e il rispetto o dai tempi della Pupetta Maresca di Manuela Arcuri, questa è l’unica cosa che Mediaset può sfornare? Al momento sembra proprio di sì e mentre colossi come Sky e Netflix hanno riscritto le regole delle serie tv spingendo la Rai ad un salto di qualità che ormai ha preso il largo da un paio di anni a questa parte, Canale 5 rimane ferma al palo.
La d’Urso ha convinto i piani alti del Biscione a permetterle di tornare in corsia per dare eco ai temi che tanto le stanno a cuore e dopo aver ottenuto il sì definitivo ha messo insieme la violenza sulle donne, il linguaggio comune che usa ogni giorno nelle sue trasmissioni, ma anche la voglia di trattare temi importanti con leggerezza e situazioni che hanno reso scorrevole la prima puntata della fiction.
Tutto il resto non esiste. A tratti è inesistente la recitazione del resto del cast de La Dottoressa Giò che prova a strizzare l’occhio a Grey’s Anatomy e alla lunga serialità evidenziando gli specializzandi e le loro storie; fuori luogo (e tempo) il doppiaggio dei protagonisti (d’Urso compresa) che provoca ilarità tra il popolo della rete.
Il risultato? Trend topic per il titolo della fiction e la stessa “Barbarella” che ha sicuramente avuto il merito di trasferire il suo pubblico in prima serata regalando un blocco quasi unico, con pubblicità al minimo, permettendo alla prima serata di Canale 5 di chiudersi alle 23.05. La qualità non è da premiare ma sicuramente La Dottoressa Giò si è aggiudicata la serata, in un modo o nell’altro, nonostante l’assenza delle famose luci che rendono la sua protagonista quasi eterea.
Ho iniziato a guardare la faction perché avevo un vago ricordo della serie di 20 anni fa ma, dopo un’ora, ho spento la tv perché la D’Urso è patetica e per nulla credibile. Le storie non hanno nulla di originale e sono monotematiche. Il più simpatico …il nuovo primario, attore dotato di una ironia che ho già avuto modo di apprezzare. Il resto..tutto da cancellare…spero cancellino la serie il prima possibile
Avevo altro da fare che guardare la D’ Urso, su Rai due c ‘era la Porta Rossa con uno strepitoso Lino Guanciale