Golden Globes 2019, trionfa Bohemian Rhapsody, delusione per A Star is Born

Vince il biopic su Freddie Mercury, con il premio anche a Rami Malek. Tracollo per la coppia Bradley Cooper-Lady Gaga. Bene "Green Book", tre statuette. E "Roma" di Alfonso Cuarón, due premi che fanno esultare Netflix. Male "Vice" e "Il ritorno di Mary Poppins".

Golden Globes 2019

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Sembrava star andando più o meno tutto secondo copione ai Golden Globes 2019. Ma in coda sono stati ribaltati tutti i pronostici. E alla fine il verdetto è: A Star is born ha perso quasi su tutta la linea, un solo premio su cinque nomination. A trionfare alla 76esima edizione dei Golden Globes presentata da Andy Samberg e Sandra Oh sono stati: Bohemian Rhapsody, due statuette su due, pesantissime, migliore film drammatico e miglior attore drammatico a Rami Malek; e Green Book, ben tre premi.

Andiamo per ordine: A Star is born aveva cominciato bene, con la vittoria della prima statuetta per la migliore canzone, Shallow, il duetto di Lady Gaga e Bradley Cooper. Lady Gaga è salita sul palco ricevendo il riconoscimento dalle mani di Taylor Swift, insieme agli altri tre autori di testo e musica, Mark Ronson, Anthony Rossomando and Andrew Wyatt. È stato Ronson a prendere la parola, Lady Gaga era troppo emozionata per parlare. Ma è intervenuta alla fine per aggiungere che “da donna che si occupa di musica è veramente difficile farsi prendere sul serio come musicista, come autrice. Ma questi tre fantastici uomini mi hanno sempre sostenuta durante tutto il lavoro. E Bradley, questo è per te”.

Lady Gaga con il premio per la migliore canzone

Sembrava giusto l’antipasto, poi le cose sono andate molto diversamente ai Golden Globes 2019. Prima è arrivata la vittoria a sorpresa come migliore attrice drammatica di Glenn Close su Lady Gaga, che sportivamente si è complimentata con lei. Persino un’interprete navigata e di classe come la Close non riusciva a credere ai suoi occhi, per un riconoscimento assegnato oltretutto per un film, The Wife – Vivere nell’ombra, che non lascerà tracce memorabili.

Poi è toccato a Bradley Cooper, sconfitto sia come autore che come attore da Bohemian Rhapsody. Il premio come migliore attore drammatico è andato a Rami Malek per la sua mimetica interpretazione di Freddy Mercury. L’attore era sinceramente colpito: “Sono al di là dell’emozione, il cuore sta per esplodere e uscire dal mio petto. In questo film ho sentito di aver fatto parte di una famiglia. Ringrazio i produttori, avete creduto in noi quando così pochi lo facevano. E ovviamente grazie ai Queen, Brian May e Roger Taylor. E grazie a Freddy Mercury, per avermi dato la più grande gioia della mia vita. Sei un uomo bellissimo e questo premio è per te”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il produttore di Bohemian Rhapsody Graham King che, subito dopo, ha ritirato la statuetta per il miglior film drammatico: “Il potere dei film sta nell’avvicinare le persone. I Queen l’hanno fatto con la loro musica e noi volevamo ricreare sullo schermo questa magia. Grazie a May e Taylor. E alla performance straordinaria di Rami Malek. Grazie Freddie Mercury, per averci mostrato la forza che serve per capire chi siamo davvero”.

I protagonisti di “Bohemian Rhapsody”, Rami Malek e Lucy Boynton, con Brian May, Roger Taylor, e il manager del Queen, Jim Beach

Gli altri vincitori. Considerato questo terremoto, gli altri responsi rischiano di finire in secondo piano. Ma ci sono altre indicazioni importanti che vengono dai Golden Globes 2019. La prima è che Green Book di Peter Farrelly è un candidato molto solido per gli Oscar. La storia del’amicizia interrazziale tra l’italoamericano Viggo Mortensen e il musicista nero Mahershala Ali è piaciuta, per il suo messaggio ottimista sulla possibilità di superare le barriere della diversità. Così il film ha vinto il premio per la sceneggiatura, francamente sopravvalutata; per l’attore non protagonista Mahershala Ali, al suo primo Golden Globe dopo l’Oscar per Moonlight; e poi il riconoscimento più importante, per la migliore commedia. Nel suo discorso di ringraziamento, Peter Farrelly ha detto: “Ho fatto questo film per condividere una speranza. Quella che sia possibile parlare e incontrarsi, per non giudicare le persone solo sulla base delle differenze esteriori”.

L‘altro vincitore dei Golden Globes 2019 si chiama Alfonso Cuarón, che con Roma ha vinto il premio come miglior film straniero e per la regia. Il film rappresenta un successo, oltre che per il maestro messicano, anche per Netflix, che l’ha distribuito. Si sta dimostrando vincente la strategia di investire nel cinema d’autore, che sta permettendo alla piattaforma streaming di acquisire sempre maggiore autorevolezza e rispetto da parte dell’industria del cinema. Lo ha sottolineato lo stesso Cuarón, che ha ringraziato “tutto il team Netflix, che ha fatto sforzi enormi per portare in giro per il mondo questo film poco probabile”. Aggiungendo poi di sentirsi “un traditore nell’accettare questo premio come regista, perché il mio lavoro è consistito semplicemente nel godermi lo spettacolo delle mie attrici, mi sono limitato a vederle essere se stesse sullo schermo. Alle volte mi sembra che il film sia stato diretto da mia madre, dalla mia famiglia, e da tutte le difficoltà che mi hanno forgiato”.

Il regista di “Roma”, Alfonso Cuarón, premiato per la regia e miglior film straniero

I due sconfitti. Vice – L’uomo nell’ombra di Adam McKay, che delle sei nomination ha portato a casa solo quella assai prevedibile per il migliore attore per una commedia a Christian Bale – “ringrazio Adam perché ha detto, cerchiamo un uomo che non ha carisma e sia assolutamente piatto, e allora ha scelto me”, ha scherzato. E  Il ritorno di Mary Poppins, 4 candidature e zero statuette. All’asciutto quindi anche Emily Blunt – quinta candidatura ai Golden Globes per il cinema e mai un premio -, battuta dalla “regina” Olivia Colman de La favorita.

Olivia Colman, premiata come migliore attrice per una commedia con “La favorita”

Il discorso di maggiore sostanza l’ha fatto Regina King, migliore attrice non protagonista per Se la strada potesse parlare di Barry Jenkins. Dopo i ringraziamenti di rito, infatti, ha lanciato un monito che ha toccato un punto estremamente delicato, quello della rappresentanza delle donne nell’industria del cinema: “Da oggi in poi per i prossimi due anni mi impegno affinché tutto quello che produrrò sia realizzato al cinquanta percento da donne. E voglio sfidare chiunque è in una posizione di potere a mostrare solidarietà e fare la stessa cosa”.

Infine il Cecil B. DeMille Award, il premio alla carriera, è andato al “drugo” Jeff Bridges, così l’ha presentato Chris Pine. “Essere associato al personaggio de Il grande Lebowski è un onore”, ha sottolineato Bridges, una carriera lunga quasi settant’anni, visto che l’attore ha esordito addirittura a soli due anni in un film di John Cromwell del 1951, The Company She Keeps, essendo lui figlio di un grande attore, Lloyd Bridges – un pensiero è andato a lui, “indosso i tuoi gemelli, quindi anche tu sei qui sul palco insieme a me”. Il discorso di Jeff Bridges è stata un’occasione per un ripasso di storia del cinema americano, dato che ha voluto ricordare alcuni grandi nomi con cui ha lavorato: i fratelli Coen ovviamente, ma anche Peter Bogdanovich, con cui ha recitato nel suo primo film importante, L’ultimo spettacolo, e poi il grande Michael Cimino.

E adesso il prossimo appuntamento è il 22 gennaio, quando verranno annunciate le nomination dei premi Oscar. E lì capiremo se ci sarà un vero “effetto Golden Globes”.

Qui tutti i premi dei Golden Globes 2019 per la categoria serie tv.

Ecco tutti i vincitori e le nomination dei Golden Globes 2019 per la categorie cinema.

Miglior film drammatico
A Star is Born di Bradley Cooper
BlacKkKlansman di Spike Lee
Black Panther di Ryan Coogler
Bohemian Rhapsody di Bryan Synger [Vincitore]
Se la strada potesse parlare di Barry Jenkins

Miglior film commedia o musicale
Green Book di Peter Farrelly [Vincitore]
Vice – L’uomo nell’ombra di Adam McKay
La Favorita di Yorgos Lanthimos
Crazy Rich Asians di Jon M. Chu
Il ritorno di Mary Poppins di Rob Marshall

Migliore attrice in un film drammatico
Lady Gaga, A Star is Born
Glenn Close, The Wife – Vivere nell’ombra [Vincitrice]
Nicole Kidman, Destroyer
Melissa McCarthy, Copia originale
Rosamund Pike, A Private War

Migliore attore in un film drammatico
Bradley Cooper, A Star is Born
Rami Malek, Bohemian Rhapsody [Vincitore]
Willem Defoe, Van Gogh – Sulle soglie dell’eternità
Lucas Hedges, Boy Erased – Vite cancellate
John David Washington, BlacKkKlansman

Migliore attrice in un film commedia o musicale
Emily Blunt, Il ritorno di Mary Poppins
Olivia Colman, La Favorita [Vincitrice]
Elsie Fisher, Eight Grade
Charlize Theron, Tully
Constance Wu, Crazy Rich Asians

Migliore attore in un film commedia o musicale
Christian Bale, Vice – L’uomo nell’ombra [Vincitore]
Lin Manuel-Miranda, Il ritorno di Mary Poppins
Robert Redford, The Old Man and the Gun
John C. Reilly, Stanlio e Ollio
Viggo Mortensen, Green Book

Miglior regista
Alfonso Cuarón, Roma [Vincitore]
Bradley Cooper, A Star Is Born
Adam McKay, Vice – L’uomo nell’ombra
Peter Farrelly, Green Book
Spike Lee, BlackKklansman

Migliore attrice non protagonista
Regina King, Se la strada potesse parlare [Vincitrice]
Amy Adams, Vice – L’uomo nell’ombra
Claire Foy, First Man
Emma Stone, La Favorita
Rachel Weisz, La favorita

Migliore attore non protagonista
Richard E. Grant, Copia originale
Mahershala Ali, Green Book [Vincitore]
Timothee Chalamet, Beautiful Boy
Adam Driver, BlacKkKlansman
Sam Rockwell, Vice – L’uomo nell’ombra

Migliore sceneggiatura
Deborah Davis e Tony McNamara, La Favorita
Alfonso Cuarón, Roma
Barry Jenkins, Se la strada potesse parlare
Adam McKay, Vice – L’uomo nell’ombra
Peter Farrelly, Nick Vallelonga, Brian Currie, Green Book [Vincitore]

Migliore colonna sonora originale
Marc Shaiman, Il ritorno di Mary Poppins
Marco Beltrami, A Quiet Place
Alexandre Desplat, Isle of Dogs
Ludwig Göransson, Black Panther
Justin Hurwitz, First Man [Vincitore]

Migliore canzone originale
Shallow, A Star Is Born [Vincitore]
All The Stars, Black Panther
Revelation, Boy Erased – Vite cancellate
Girl in the Movies, Dumplin’
Requiem for a Private War, A Private War

Migliore film straniero
Roma di Alfonso Cuarón [Vincitore]
Capharnaüm di Nadine Labaki
Girl di Lukas Dhont
Opera senza autore di Florian Henckel von Donnersmarck
Un affare di famiglia di Hirokazu Kore’eda

Miglior film d’animazione
Gli Incredibili 2 di Brad Bird
Ralph Spacca Internet di Phil Johnston e Rich Moore
Spider-Man: Un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman [Vincitore]
L’isola dei cani di Wes Anderson
Mirai di Mamoru Hosoda