Dopo l’attesissimo doppio album, una vera novità per The Boss e per i suoi ammiratori, Springsteen On Broadway è su Netflix per mostrare il lato più intimo della star di Born in the USA. Una tracklist che ripercorre la sua carriera in ordine emozionale, con un rocker che diventa un docente impegnato in una lezione su se stesso. Ad ascoltarlo, così appassionato e così vicino, il pubblico del Walter Kerr Theatre che assiste a quasi tre ore di show.
“Springsteen on Broadway” è su Netflix una testimonianza visiva, un’esperienza tradotta in immagini del doppio disco registrato in quei 250 appuntamenti di New York, nella Broadway del teatro e dell’intrattenimento. La regia è di Thom Zimny, ispirato dall’autobiografia Born to run che il cantautore statunitense ha pubblicato nel 2016 con l’editore Simon & Schuster. L’unicità e la particolarità del suo show è l’azzeramento di ogni dislivello tra l’artista e il suo pubblico: Bruce Springsteen imbraccia la chitarra e si racconta. Ride, si commuove e si fa serio, poi ride ancora e fa battute nel ricordare gli aneddoti che hanno dato vita ai suoi brani più significativi.
Scopriamo un rocker ancora impacciato nei primi approcci con il mondo dei grandi con Growin’ up, ma anche quello che si scaglia contro le intolleranze di My hometown. Quando non imbraccia la sua chitarra acustica, The Boss siede al pianoforte e chiude gli occhi per The wish mentre il pubblico si immerge in quel raccoglimento, quasi un voyeurismo sull’intimità di un uomo che si mette di fronte all’artista, anche quando introduce la moglie Patti Scialfa per un romantico duetto su Tougher than the rest e Brilliant disguise.
Nel tempo in cui “Springsteen on Broadway” è su Netflix un altro regista, James Mangold (Ragazze interrotte, Quel treno per Yuma, Walk the line) ha annunciato il suo desiderio di realizzare un film su Bruce Springsteen di cui è un dichiarato fan. Anche il regista Martin Scorsese aveva esternato l’idea di un lungometraggio su The Boss, specie dopo aver letto il libro Born to run.
Dopo aver ascoltato il disco si vive l’impressione di aver sviluppato un nuovo tipo di esperienza, una nuova dimensione sensoriale che diventa la quarta dimensione. L’elemento che mancava dopo aver visto il veterano sul palco, nei videoclip e nelle interviste, è reso disponibile a tutti dal momento in cui “Springsteen on Broadway” è su Netflix: è la dimensione umana, l’abbattimento di ogni muro tra il guru e i suoi adoratori.