Era il tempo di mettersi da parte e presentare al pubblico un tributo che Giorgia, con Pop Heart, ha voluto rendere ai suoi artisti più vicini e amati. Chi fa musica o chi la ascolta assiduamente sa bene che eseguire una cover non è mai cosa facile: ciò che conta è mantenere il fuoco centrale e rivestirlo, ma non è da tutti.
Giorgia, questo, lo sa bene. Ci aveva divertito quando nel 2006 partecipò all’MTV Day accompagnata dalla Superband per cantare Back in black degli AC/DC e Like a virgin di Madonna. Prima o poi qualunque artista avrà a che fare con il mondo delle cover, vuoi per esordire o vuoi per omaggiarle. Musicisti e cantanti squattrinati, per esempio, inseriscono sempre una manciata di cover nelle loro scalette. Un po’ per riempire il vuoto di repertorio, un po’ per avere una grazia da un pubblico che potrebbe annoiarsi nell’ascoltare solamente inediti di un artista sconosciuto. Pop Heart è un disco di cover, e già dal titolo rende omaggio a quell’Andy Warhol della pop art, qui parodizzata in un gioco di parole che significa “cuore pop”. Pop come popolare e Heart per il cuore che Giorgia, da quando esiste, impiega per la sua musica.
Anticipato dalla sua versione de Le tasche piene di sassi di Jovanotti (che apre il disco), Pop Heart esplora il panorama italiano e internazionale fino a toccare gli Eurythmics con Sweet dreams e l’eterna Whitney Houston con I will always love you. Commovente, seppur in salsa eccessivamente contemporanea, la sua versione di Lei verrà del compianto Mango, che di sicuro avrebbe apprezzato il taglio esotico che Giorgia e il suo produttore Michele Canova, hanno voluto dare al pezzo. Rivisitazioni eccellenti, ancora, per I feel love di Donna Summer che porta il nome di Benny Benassi per le sfumature techno e Dune mosse di Zucchero. Non manca Vasco per Vivere una favola, ma nemmeno Elisa per Gli ostacoli del cuore, hit che la cantautrice di Monfalcone aveva inciso insieme a Luciano Ligabue. Nella versione di Giorgia, Elisa è presente, come anche Eros Ramazzotti per la versione di Una storia importante.
Niente delle originali rimane, se non in un timido strascico volutamente lasciato per non perdere il filo conduttore che la storia del suono e della produzione musicale disegnano. Giorgia interpreta e riveste, anche quando è presente l’autore del brano. Parliamo de Il conforto, che si apre proprio con la voce di Tiziano Ferro e si fa semplicemente perfetta quando la voce di Giorgia interviene nel pre-ritornello. Una perfezione che però, in Pop Heart, non è presente nella versione de L’ultimo bacio.
Giorgia potrebbe cantare qualunque cosa e sarebbe monumentale, tranne quando le sue corde e la sua cadenza cozzano terribilmente con l’originale, perché Carmen Consoli non è semplicemente la “cantantessa”, ma un mondo a parte. Pop Heart dimostra che non esiste ancora artista in grado di eseguire una cover di Carmen Consoli senza snaturarne la passione originaria. L’ultimo bacio, forse, sarebbe stata eseguita meglio in featuring così da mischiare i due mondi: quello soul e solare di Giorgia e quello verace e crepuscolare di Carmen Consoli.
Tutto è perdonato, tuttavia, all’ascolto complessivo dell’album. Pop Heart è il disco di una pace che Giorgia merita, dopo aver incantato tutti con i suoi lavori precedenti – “Oronero” (2016) viene ancora ascoltato tantissimo, insieme a “Senza paura” (2013) – e dopo aver dedicato un’intera carriera a incantevoli escursioni vocali, tanto da essere sempre oggetto di studio e di esempio per i cantanti esordienti.