La nuova stagione della saga dei narcotrafficanti in arrivo il 16 novembre, Narcos: Messico, racconta l’ascesa del primo cartello messicano di cocaina nei primi anni ’80, con un balzo indietro nel tempo rispetto alla fine della terza e un cambio di ambientazione per una serie che, se l’esperimento funzionasse, potrebbe a questo punto diventare antologica.
Con due protagonisti nuovi di zecca, Diego Luna e Michael Peña, Narcos: Messico ha uno scopo più ambizioso del solo racconto dell’epopea di un uomo e del suo cartello, come accaduto con le pur magnetiche stagioni dedicate a Pablo Escobar e al cartello di Cali, ovvero approfondire le origini della moderna guerra della droga messicana. Lo farà raccontando la trasformazione di una confederazione di coltivatori e commercianti di cocaina nel potente cartello di Guadalajara, quando sotto il comando del temibile Félix Gallardo (Diego Luna) tutti i trafficanti si sono riuniti negli anni Ottanta per costruire un impero criminale. A dare la caccia al boss dei boss è l’agente della DEA Kiki Camarena (Michael Peña), trasferitosi dalla California in Messico con la moglie e il giovane figlio per assumere un incarico enormemente pericoloso.
EW ha recentemente parlato con il produttore e sceneggiatore della serie Eric Newman, che ha raccontato come la quarta stagione di Narcos voglia indagare il rapporto tra il crimine e il potere politico, mostrando come e perché per anni il governo Messicano ha permesso che l’impero dei narcos di Guadalajara proliferasse impunito, mentre sul campo a mettere la propria vita a servizio della giustizia sono stati gli uomini della DEA, l’agenzia federale antidroga statunitense.
Questa stagione riguarda l’ascesa del cartello di Guadalajara, che era il primo super cartello del Messico, in quanto era un’unione di piccoli capitoli che si unirono sotto Felix Gallardo e collaborò con il governo messicano per diventare il primo cartello nazionale della droga. La storia delle forze dell’ordine è la storia di Kiki Camarena – che è il primo martire della DEA delle forze dell’ordine nella guerra alla droga e forse [rappresenta] l’inizio della guerra alla droga che entra nella coscienza americana. Questi due uomini entrano in collisione con risultati disastrosi e con implicazioni che continuano a tormentarci oggi.
Sul tema della lotta alla droga, Newman tiene a specificare che Narcos serve proprio a mostrare il problema dal punto di vista di chi combatte i crimini legati al narcotraffico. L’opinione dello showrunner è che bisogna insistere sulla variabile della domanda di droga, ancor prima che sull’offerta.
L’abbiamo affrontata nel modo sbagliato per molto tempo. Continuiamo a considerare [l’uso di droghe] come un problema di applicazione della legge quando dovremmo considerarlo come una crisi sanitaria negli Stati Uniti e una crisi umanitaria altrove. Finché esiste la domanda di droghe – e gli Stati Uniti sono il mercato più grande per le droghe illegali nel mondo – non avrai mai la possibilità di abbattere l’offerta. L’offerta è un prodotto della domanda, quindi è ovvio che dovremmo concentrare lì i nostri sforzi. E non bloccare le persone che usano droghe. Le persone che usano droghe hanno bisogno di aiuto, non hanno bisogno della prigione.
Newmann boccia anche l’idea trumpiana di costruire un muro al confine col Messico, propagandata dall’attuale amministrazione americana: il problema del commercio di droga non si risolverà certo con un po’ di cemento, sottolinea lo sceneggiatore.
Si parla molto di costruire un muro – che è stupido per così tanti motivi. Ma quello che mi fa davvero impazzire è l’idea che un muro ridurrà il flusso di droga negli Stati Uniti. Sai dove puoi trovare un sacco di droghe ovunque? In prigione. E le prigioni sono circondate da mura. Se c’è una volontà c’è un modo. È molto semplice, domanda e offerta.
Narcos: Mexico Season 1: Start fresh.
Alright mi gente, here’s the deal: Narcos is back this week and you don’t have to watch the first 3 seasons to know what’s going on. Seriamente.
Pubblicato da Narcos su Lunedì 12 novembre 2018