“Abissi Tascabili” è il nuovo album di Daniele Celona, cantautore che ha lavorato per questo ultimo progetto in modo insolito e originale.
Si tratta di un album che contiene dieci storie interpretate e illustrate a fumetti, grazie al lavoro di fumettisti professionisti del Progetto Stigma.
Com’è nato questo progetto?
Non è stato un calcolo strategico. Volevo un’illustrazione per la copertina e in una riunione con lo staff qualcuno ha detto “Facciamo un fumetto”. Sembrava una pazzia all’inizio, ma poi in realtà abbiamo iniziato a stabilire i contatti e contattammo per primo Alberto Ponticelli. Lui ha allargato l’idea dell’intero Progetto Stigma.
Ci siamo ritrovati a unire due mondi che mi appartengono assolutamente, uno da autore e uno da fruitore.
Quindi è nato prima l’album e poi l’idea di realizzare i fumetti…
L’idea della copertina l’avevo prima dei brani. Dopo i primi provini mi ero reso conto che c’erano degli elementi graficamente molto validi, soprannaturali, di fantascienza, che rispetto alla solita storia d’amore avrebbero potuto essere rappresentati in maniera più efficace. Questa coerenza tra i temi e le immagini suggerite dai brani, e la possibilità di accedere ai disegnatori, ha dato vita a tutto. È stata data libertà totale ai disegnatori di interpretare e parafrasare il brano.
Il lavoro ha poi rispettato le tue aspettative? Sei soddisfatto?
Sono molto contento dalla realizzazione tecnica e grafica, e in alcuni casi si è ricalcata quella che era la mia idea, quello che io avevo in mente durante la scrittura, ma che la scrittura stessa non rappresentava in maniera così descrittiva. Altre storie hanno avuto una rappresentazione diversa, ma mi hanno fatto piacere entrambe le cose. Questa prova di fiducia reciproca credo sia stata la soluzione migliore.
Hai scritto: “Storie di esseri umani sul punto di perdersi, perché questo tempo rema contro il loro superpotere: l’immaginazione”.
Qual è la tua visione del tempo che viviamo oggi?
Questo è un estratto della postfazione che ho messo nel libro. Io di solito chiudo il disco e ho bisogno di un momento di decompressione, analizzo magari poi dopo mesi. Il fatto che mi sia stato chiesto di scrivere questa parte personale, a chiusura del tutto, mi ha costretto a una analisi in anticipo.
Tra le “n” cose di cui mi accorgo solo dopo aver scritto, una è che questi brani, nella maggior parte dei casi, hanno dei giovanissimi come protagonisti. Dei Giovanissimi immersi nell’oggi e della difficoltà di vivere nell’oggi.
C’è la mancanza di fiducia nel futuro, la necessità di mantenere un avatar, una maschera rispetto a tutto il mondo che è una peculiarità di questo tempo moderno. Analizzo il fatto che questa difficoltà esiste.
Come si supera secondo te, se si può superare?
Si supera cercando di mantenere una propria umanità, ma si supera nello stesso modo in cui ogni tanto da cittadini andiamo in campagna e capiamo cosa vuol dire prendere un frutto da un albero o respirare il profumo dell’erba. C’è una maniera di staccarsi dal proprio io virtuale e il tentativo di riconnettersi con un lato più umano e tangibile.
Le parole scambiate in via chat, anche il feeling maturato virtualmente, se non trova uno sbocco reale rimane incompleto. Non voglio assolutamente demonizzare la parte social, però c’è un modo di cercare un equilibrio interno proprio.
Per i giovanissimi è difficile da trovare perché la dimensione del branco o del gregge è molto forte e per essere accettato sei anche disposto ad avere comportamenti che non sono tuoi.
L’album “Abissi Tascabili” sarà presentato il 2 novembre al Lucca comics & games 2018 e il 3 novembre al Serraglio di Milano (Via Gualdo Priorato, 5).