Pensavo che Laura Pausini fosse una di quelle artiste amate incondizionatamente da tutti per la sua genuinità, schiettezza e semplicità. Mi accorgo invece che, sì, ne parlano tutti, ma solo perché fa figo farlo. Ed è così quindi che l’arte passa in secondo piano. Passa in secondo piano la musica, la canzone e l’emozione nella canzone, l’emozione nel live e quattro Forum di Assago sold out + due Circo Massimo sold out + un tour mondiale + dischi di platino e successi da mettere i brividi.
Nel mondo della musica – che siano fan o addetti ai lavori – si chiede e si pretende implicitamente onestà dagli artisti. Un fan al concerto del suo artista del cuore vuole emozionarsi, vuole interagire, vuole essere coinvolto a 360 gradi nello spettacolo che, proprio per la sua essenza, assume un valore completamente diverso rispetto all’album: è vero, è travolgente, è coinvolgente, è “buona la prima”, è quell’emozione in più della presa diretta che lascia un ricordo indelebile sulle note di una canzone importante anche per l’artista, profonda.
Laura Pausini di recente ha fatto scalpore. Per i quattro sold out consecutivi al Forum di Assago? NO. Ha raggiunto le pagine dei peggiori siti web e ha occupato molto spazio sui social per una banalissima ed innocente battuta su Beyoncé ma il caso del giorno la vede protagonista di un nuovo scandalo: ha detto tro*a. E a nessuno di voi perbenisti, pronti a puntare il dito e mettere alla gogna una delle migliori artiste italiane di tutti i tempi, immagino sia mai successo di dire una simile oscenità. Vero? Vi svelo un segreto: Laura Pausini è umana, Laura Pausini s’incazza, anche Laura Pausini nella vita a volte si lascia andare ad un linguaggio “colorito” ma poi si scusa con un “Scusate, sono partita un po’ incazzata”.
Lo scandalo del giorno vede la Pausini pronunciare una parolaccia nel mezzo di una canzone che sente in modo particolare sulla propria pelle, dedicata ad una ex amica che le ha fatto del male. La carica del momento, l’energia del live e le parole del testo l’hanno portata a porre particolare enfasi su quei versi fino ad aggiungere un sentito “Tra*a”, di tutto cuore. E grazie Laura, perché ci dimostri tutti i giorni cosa significhi essere davvero dentro una canzone e sentirla propria.
Così, quasi nessuno dei presenti al concerto si è sprecato a raccontare la sensazione che lascia addosso un live della Pausini quanto invece a quel “tra*a” oggi ne è pieno il web tra “la Pausini impreca al concerto”, “la Pausini insulta”, “la Pausini dice una parolaccia”. S-C-A-N-D-A-L-O. Sì, la Pausini ha detto una parolaccia.
Io c’ero. C’ero la prima sera, quando Laura ha risposto, senza peli sulla lingua, ai media che l’hanno accusata di essersi paragonata a Beyoncé e c’ero anche quando, nel mezzo di Frasi a metà, si è lasciata trasportare dalla situazione dicendo la parolaccia “dello scandalo”. Quello che vi posso assicurare è che in entrambi i casi il Forum sold out ha accolto i suoi sfoghi con stupore positivo lasciandosi andare ad una fragorosa risata generale. Per essere schietti e sinceri nella vita ci vogliono le palle e Laura è tra i pochi esponenti della musica che non indossa maschere di circostanza.
Pretendiamo che l’artista si mostri così com’è, senza filtri. Laura Pausini è una di quelle poche che riesce ad instaurare un rapporto incredibile con il suo pubblico, anche quando si trova in un palasport sold out, davanti a 10/15.000 persone. E non la meritiamo.
“E non ce la meritiamo…” vabbè, mo’ non esageriamo né da una parte, né dall’altra. Se da una parte c’è chi ne fa un demonio, da questa c’è chi la santifica addirittura “e non ce la meritiamo”. Ma via!!!!! E’ un’artista. Punto. E (per fortuna) brava. Punto! Il suo mestiere è proporre la propria arte alle persone e farle divertire, o magari anch un po’ riflettere. Questo devono fare gli artisti, nulla di più, anche se detto così sembra poco. Un saggio proverbio dice che “i panni sporchi si lavano in famiglia” per cui, in tutta sincerità, io quell’uscita me la sarei risparmiata. Non tanto per moralismo (caratteristica che non mi appartiene per nulla), solo perché vi sono cose intime e già averci fatto una canzone mi sembra più che sufficiente. Se hai qualcos’altro da dirle, alzi il telefono e se ti va ti sfoghi a quattr’occhi e ti produci nei peggiori insulti che la storia ricordi. E se questa persona non ti risponde, beh… a quel paese una volta di più. Nel privato della cameretta che c’è nel tuo cuore, ben chiusa a chiave.