Sin dal lancio Rainbow Six Siege è cresciuto come pochi, sia in termini di utenza che di contenuti. 35 milioni di giocatori in tutto il mondo, di cui 1 milione in Italia, sono davvero tantissimi. La base dei giocatori è in continua crescita e Rainbow Six Siege ha solidificato nel tempo il suo posto nella storia come uno sparatutto tattico 5 vs 5 di successo.
Questo non significa che lo studio non stia sperimentando altre modalità per il gioco. Nel tempo Ubisoft per esempio ha rilasciato una modalità PvE chiamata Outbreak all’inizio del 2018. Una modalità cooperativa per Rainbow Six Siege con squadre da 3 per combattere mostri che arrivano da un universo alquanto strano.
Ormai Outbreak non c’è più, lasciando indietro oggetti cosmetici esclusivi e nostalgia a chi l’ha giocato. Ora ci sono solo le missioni online 5 vs 5 in multiplayer e le esperienze di training, giusto per fare un po’ di pausa dall’online.
Gamerant ha quindi chiesto ad Ubisoft se c’è qualcosa di nuovo all’orizzonte: “Ci siamo divertiti molto con Outbreak. È stata un’occasione per introdurre qualcosa che non fosse collegata agli operatori o alle mappe e in grado di portare una ventata d’aria fresca nel gioco. Stiamo ancora pensando a come portare eventi simili nelle prossime stagioni”.
Rainbow Six Siege è entrato ormai nel pieno del terzo anno di vista, con Operazione Grim Sky che sarà lanciato a breve. Introdurrà come sempre due nuovi operatori, Clash e Maverck, quest’ultimo dotato di una potente fiamma ossidrica in grado di “sciogliere” i muri. Proprio su questo Ubisoft addirittura prenderà provvedimenti: renderà sostanzialmente la fiamma ossidrica meno potente e più rumorosa, dato che i giocatori ne hanno abusato sul TTS. Ecco tutte le novità di questa Stagione 3, ricordando che ne rimarrà solo una che introdurrà gli operatori marocchini.
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