Terza puntata della nostra rubrica dedicata a Raibow Six Siege, lo sparatutto tattico sviluppato da Ubisoft che nel corso di una manciata d’anni è riuscito a ritagliarsi un ruolo di assoluto rilievo all’interno dell’ecosistema videoludico.
Se nelle prime due puntate ci siamo concentrati rispettivamente sui SAS britannici e sugli FBI SWAT statunitensi, in questo nuovo episodio il nostro focus è tutto per i GIGN, il Groupe d’Intervention de la Gendarmerie Nationale francese.
Twitch
Da buoni galantuomini quali siamo lasciamo ovviamente spazio per primo alle signore, e partiamo subito con l’operatrice offensiva Twitch. La francesina dotata di passamontagna si presenta in pompa magna con due utilissimi droni stordenti (schierabili rispettivamente nella fase di preparazione e in quella d’attacco). Ogni dispositivo sarà dotato di cinque cariche capaci sia di infliggere dieci punti danno agli operatori avversari sia di distruggere i dispositivi difensivi piazzati dai nemici, sebbene sia da ravvisare il raggio massimo d’azione del piccolo drone, i cui colpi saranno efficaci entri i 7,5 metri. Per quanto Tiwtch lavori discretamente con altri operatori in grado di influenzare i gadget elettronici (come Tatcher e IQ), i droni stordenti sono suscettibili ai disturbatori di Mute e ai cavi shock di Bandit, mentre ovviamente Vigil riuscirà a nascondersi all’occhio della telecamera come avviene già con gli altri droni normali. Non potendo saltare, i droni di Twitch temono anche gli scudi piazzabili sulle porte.
Montagne
Si tratta dell’operatore più corazzato in assoluto presente in Rainbow Six Siege. L’omaccione offensivo francese si presenta infatti con uno scudo estensibile in grado di coprirne l’intera figura, elemento che lo rende l’ariete ideale da lanciare nella mischia e dietro cui ripararsi nelle fasi concitate degli assalti. La grande apertura dello scudo consente di godere di una parziale copertura anche laterale e superiore, con gli attacchi in mischia che non influiranno in alcuna maniera sulla resistenza di Montagne. Parzialmente dannose saranno invece le esplosioni frontali delle cariche di C4 che, per quanto non letali, saranno comunque in grado di rosicchiare parzialmente la barra della vita. Ovviamente ci sono operatori in Rainbow Six Siege in grado di mettere in difficoltà Montagne: stiamo parlando di tutti quelli dotati di gadget che non subiscono l’influenza dello scudo, come le granate fumogene, mentre Frost e Bandit saranno in grado di bloccare l’avanzata dell’operatore GIGN rispettivamente con le trappole e i cavi shock.
Doc
Passando ora al lato difensivo dei GIGN di Rainbow Six Siege, concentriamoci su quello che è l’angelo custode di ogni squadra che si rispetti, vale a dire Doc. Il medico del titolo Ubisoft è dotato di una pistola in grado di sparare dardi capaci di curare i diversi operatori, restituendo 40 punti vita con ogni singolo colpo. Un dottore che non teme nemmeno le condizioni più critiche e che è in grado di strappare i propri compagni al crudele destino segnato dalle pallottole: la pistola in dotazione a Doc non solo è in grado di rianimare i compagni in fin di vita, ma donerà la bellezza di 75 punti vita anziché i canonici 50 di una rianimazione “Manuale”. Da non sottovalutare poi la capacità di automedicarsi di Doc, essenziale nelle fasi critiche dei vari round e, perchè no, in vista di un rush un cui volerà piombo rovente da ogni direzione.
Rook
Ultimo operatore della squadra GIGN di Rainbow Six Siege è Rook. La sua abilità speciale gli permette di piazzare, in un punto a propria scelta, una sacca contenente cinque speciali piastre antiproiettile. Una volta equipaggiate, queste riducono del 20% i danni da arma da fuoco, e per essere distrutte richiederanno una manciata di colpi, consentendo quindi ai giocatori il tempo necessario a trovare riparo prima di finire irrimediabilmente al tappeto. Essendo piastre che vanno applicate alla sagoma corporea, nulla possono ovviamente contro i colpi alla testa.
Come prevedibile, Rook lavora bene in sinergia con Doc, che è in grado di rianimare rapidamente i compagni in fin di vita, mentre nulla potranno le corazze fornite da Rook contro i droni stordenti di Twitch e i dardi di Capitao, che infliggeranno un normale quantitativo di danno.
Si conclude così la terza puntate della nostra rubrica dedicata a Rainbow Six Siege: l’appuntamento è per i prossimi giorni con l’approfondimento sugli Spetsnaz!