“Hanno negato il Colosseo a Beyoncè? Meglio così, prima gli italiani“: così Laura Pausini commentava qualche giorno fa, alla vigilia delle due date con cui è diventata la prima donna ad esibirsi al Circo Massimo lo scorso weekend, la vicenda della negata concessione da parte dell’ente Parco del Colosseo alla signora Carter per le riprese di un suo video.
Forse c’è un fraintendimento alla base di quell’uscita non proprio felice di Laura Pausini su Beyoncé al grido di quello che è diventato il motto di rabbiosi cronici, xenofobi, complottisti, nostalgici del Ventennio e qualunquisti di ogni appartenenza politica ed estrazione culturale. Beyoncé non ha mai avuto intenzione di esibirsi nell’anfiteatro, non vuole “prendersi il Colosseo”, per usare le parole che la Pausini ha riservato a se stessa. Ha chiesto semplicemente di effettuare le riprese di uno dei video del suo prossimo visual album, che così porterebbe il monumento più celebre e identificativo della città in giro per il mondo (forse perfino via Netflix). Nessuno ha messo i bastoni tra le ruote alla Pausini che, evidentemente, dopo aver espugnato per prima lo stadio San Siro nel 2007 ora ha conquistato anche il record di prima donna al Circo Massimo inaugurando il “Fatti sentire Worldwilde Tour che la porterà in giro per il mondo nei prossimi mesi. Ed evidentemente sogna di essere la prima donna anche di un eventuale concerto solista tra le mura del Colosseo.
Prima gli italiani, dunque, ma solo per quanto riguarda la musica, asserisce la Pausini, forse per paura di essere fraintesa o peggio etichettata politicamente. Ma c’era proprio bisogno di usare un’espressione così divisiva per gioire del fatto che una delle più grandi artiste della scena internazionale, forse la più grande performer vivente, non potrà girare il suo video in uno dei siti archeologici che più ci rappresenta nel mondo?
Che la Pausini tenga molto ai suoi primati, alle sue conquiste, alle medaglie da appuntare al petto che siano Grammy o stadi pieni, è del tutto legittimo. Ma invocare un primato sulla base della cittadinanza, farne una questione di bandiera e di appartenenza, soprattutto per una tra le più internazionali delle nostre voci che canta in diverse lingue e si esibisce in mezzo monto, è perlomeno infelice e non fa onore alla sua storia iniziata quasi venticinque anni fa e sin da subito con un grande successo all’estero.
Le parole della Pausini a Repubblica sembrano voler dire proprio questo: i record, a casa nostra, lasciateli siglare prima a noi italiani, in barba alle favole che da anni ci vengono raccontate sulla musica che unisce e non deve dividere, che non ha confini di alcun tipo e che anzi abbatte tutte le barriere.
E dopo tutto questo, cos’altro potrei volere? Vorrei prendermi il Colosseo. Non ho più paura. Sarà l’età, a 44 anni ci si gioca gli ultimi colpi, almeno sul palco. L’hanno già negato a Beyoncè? Meglio così, prima gli italiani. Però solo nella musica, sia chiaro
Passi, invece, la battuta ironica realizzata durante la prova generale dei due concerti al Circo Massimo (“Beyoncé mi fa una pippa! Però lei ha il ventilatore e io no!“), che aveva per oggetto la stessa diva di Houston. Peraltro proprio mentre Beyoncé, reduce dalle due date italiane dell’On The Run Tour II a Milano e Roma, si gode le vacanze in Italia tra Amalfi e Ponza, sicuramente ignara di essere diventata uno di quei soggetti a cui frapporre l’ormai dilagante invocazione del primato italico.
Laura Pausini: “Beyoncé me fa una pippah però lei ha il ventilattore ionnò”
Beyoncé:
Laura Pausini:
“Colosseo a Beyoncé negato? Va bene. Prima gli italiani”Beyoncé:
Pubblicato da Beyoncé Schizofrenica su Domenica 22 luglio 2018