Con il secondo ed ultimo concerto italiano dell’On The Run Tour II, Beyoncé e Jay-Z a Roma hanno salutato l’Italia dopo la loro prima incursione congiunta nel Belpaese.
Domenica 8 luglio, dopo il concerto di San Siro di due giorni prima, oltre 40mila persone provenienti da mezza Italia ma anche tanti turisti di diverse nazionalità hanno assistito al secondo show dei coniugi Carter in Italia, che non avevano inserito date nel nostro Paese nella precedente tournée omonima.
Uno spettacolo che è un ritratto di coppia, estremamente intimo, ma anche un’affermazione dello strapotere (artistico, economico, culturale) della premiata ditta Carter-Knowles, capace di creare e tenere in piedi in meno di vent’anni il sodalizio più profittevole e solido dello showbusiness internazionale.
L’intera produzione è imponente: lo show va in scena su un enorme palco, che si protende verso il pubblico con due passerelle e una grande pedana mobile che in diversi momenti del concerto si muove in avanti portando di fatto Beyoncé e Jay-Z ad esibirsi sull’area del Pit.
I visual che accompagnano l’intero concerto rappresentano il percorso accidentato di questa coppia, fatto di alti e bassi, ma non solo: si parte dall’affermazione a caratteri cubitali che “questa è vita vera“, con le immagini del “gangster e la regina” tra momenti intimi, familiari, decisamente privati, ma sugli enormi maxi-schermi che fanno da sfondo allo show c’è spazio anche per messaggi di natura universale come quello che Jay-Z dà indossando sul palco un giubbotto antiproiettile in 99 Problems o la citazione che al termine di Who Run The World? (Girls) riprende le parole dell’autrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie per sottolineare l’inno femminista presente nel testo (“Insegniamo alle ragazze a ritirarsi, a rendersi più piccole. Diciamo alle ragazze: “Puoi avere l’ambizione, ma non troppo. Dovresti mirare ad avere successo, ma non troppo successo. Altrimenti minaccerai l’uomo“).
Non sono molte, su quasi 40 canzoni, quelle interpretate a due voci: Beyoncé e Jay-Z si esibiscono insieme per un quarto di concerto, con i loro cavalli di battaglia congiunti che risultano i più intonati dal pubblico, dall’apertura sulle note di una versione a due voci di Holy Grail seguita da Part II (On the Run), Bonnie & Clyde e Drunk in Love, per poi proseguire con diverse esibizioni soliste che si intervallano ai duetti. Un crescendo di complicità, quello tra i due artisti, contrassegnato dalle iconiche immagini del racconto del loro ritrovarsi come coppia di innamorati e di artisti nei visual che esaltano la loro capacità di rendere iconica qualsiasi cosa, compresi dei volgari tradimenti e le loro conseguenze. Questo secondo tour, come l’album appena pubblicato Everything Is Love, è un modo per esorcizzare la lunga crisi, come lo sono le facce ironiche di Beyoncé che mentre canta Resentment si prende gioco delle debolezze del marito sottolineando i versi “so che lei era attraente, ma io sono qui da prima“. Il finale col mash-up di Young Forever e Perfect è un tripudio di sensualità e sentimento tra sguardi languidi, abbracci e teneri baci, con i Carters si mostrano per quello che sono oggi, una coppia che ha ritrovato il suo equilibrio dopo tante tempeste. Nel salutare il pubblico Jay-Z e Beyoncé si identificano orgogliosamente come “marito” e “moglie”, mentre a braccetto si allontanano ringraziando la folla e i titoli di coda ricordano che sono loro i direttori artistici e creativi dell’intero tour.
Beyoncé è una macchina da guerra, sensuale e instancabile ma soprattutto vocalmente perfetta, forse la più completa performer vivente e questo non è certo una novità, ma è Jay-Z la vera sorpresa sul palco, per la prima volta sbarcato in Italia: il magnate di Roc Nation si rivela un autentico trascinatore, un interprete espressivo che col suo flow impeccabile, preciso e potente guida la folla nell’esperienza d’ascolto. Il risultato è uno spettacolo potente, sensoriale, che rende una “storia vera”, quella dei Carters, una specie di epopea da celebrare in pubblico.
Ecco la scaletta e alcuni video dalla serata.
Holy Grail (Beyoncé e Jay-Z)
Part II (On the Run) (Beyoncé e Jay-Z)
’03 Bonnie & Clyde (Beyoncé e Jay-Z)
Beach Interlude
Drunk in Love (Beyoncé)
Diva / Clique (Beyoncé)
Dirt Off Your Shoulder (Jay-Z)
On to the Next One
Fuckwithmeyouknowigotit (Jay-Z)
Flawless / Feeling Myself (Jay-Z)
Big Pimpin’ (Jay-Z)
Jamaica Interlude
Run This Town (Jay-Z)
Baby Boy (Beyoncé)
Mi Gente (Remix) / You Don’t Love Me (No, No, No)
Bam (Jay-Z)
Hold Up / Countdown (Beyoncé)
Sorry (Beyoncé e Jay-Z)
Bar Fight Interlude
99 Problems (Jay-Z)
Ring the Alarm (Beyoncé)
Don’t Hurt Yourself (Beyoncé)
I Care / 4:44 (Beyoncé e Jay-Z)
Song Cry (Jay-Z)
Resentment (Beyoncé)
Running Interlude
Family Feud (Beyoncé e Jay-Z)
Upgrade U (Beyoncé e Jay-Z)
Niggas in Paris (Jay-Z)
Beach Is Better (Jay-Z)
Formation (Beyoncé)
Run the World (Girls) (Beyoncé)
Public Service Announcement (Jay-Z)
Ballet Interlude
The Story of O.J.
Déjà Vu (Beyoncé e Jay-Z)
Show Me What You Got / Crazy in Love
Freedom (Beyoncé)
U Don’t Know (Jay-Z)
Baptism Interlude
Young Forever (Beyoncé e Jay-Z).