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Video e scaletta della festa di Fabrizio Moro all’Olimpico di Roma, duetti con Ermal Meta, Ultimo e Mannoia e il ricordo di Cucchi

Nella scaletta del debutto di Fabrizio Moro all'Olimpico di Roma il 16 giugno i duetti con Ermal Meta, Ultimo e Mannoia tra brani storici e momenti impegnati

di Claudia Gagliardi
17/06/2018
INTERAZIONI: 244

INTERAZIONI: 244

Ph. Salvatore Marando (Nightguide)

Il debutto di Fabrizio Moro all’Olimpico di Roma sabato 16 giugno ha avuto il sapore della festa misto alla commozione e alla gratitudine per un traguardo che solo qualche anno fa non sarebbe sembrato così a portata di mano e che invece oggi è il coronamento di una carriera fatta di piccoli grandi passi, di cura artigianale di ogni progetto, di dedizione estrema alla musica.

L’ex ragazzo di San Basilio e Setteville è arrivato sul palco romano per eccellenza, quello delle rockstar e dei grandi cantautori, e non nasconde l’emozione e l’entusiasmo, insieme alla riconoscenza sia per quello zoccolo duro di fan che lo ha seguito sin dagli esordi e sia per quelli che lo hanno scoperto strada facendo negli ultimi anni.

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L’apertura della scaletta di Fabrizio Moro all’Olimpico di Roma in Tutto quello che volevi, tratta dall’ultimo album Pace, è sostanzialmente una dichiarazione d’amore al pubblico: tutto quello che Moro voleva era arrivare a suonare sul palco più prestigioso della sua città e con questo concerto ha coronato un sogno coltivato sin da ragazzino, come avrebbe poi raccontato successivamente durante il concerto.

Lo show entra nel vivo con il secondo blocco di brani aperto da Alessandra sarà sempre più bella, che fa letteralmente saltare la curva Nord dell’Olimpico di fronte alla quale è posizionato il palco, seguito a stretto giro da uno dei momenti più toccanti della serata: Fabrizio Moro ricorda la storia di Stefano Cucchi, morto dopo un fermo da parte dei Carabinieri nel 2009. La sua famiglia, con in testa l’instancabile e coraggiosa Ilaria, è ancora in cerca di giustizia e il cantautore dedica loro Fermi con le mani, brano scritto appositamente per raccontare la storia di Stefano e per ricordare che “la coscienza non dimentica, mai“.

Poi è il turno del primo duetto della serata, quello con Ultimo: Moro ricorda di averlo incontrato al PalaLottomatica di Roma due anni fa, quando il giovane cantautore gli chiese di ascoltare alcune delle sue canzoni. Da lì la proposta di Moro di aprire i suoi concerti, fino a collaborare insieme nel brano L’eternità (Il mio quartiere), proposta in concerto all’Olimpico insieme a Melodia di giugno.

Accoglienza calorosa anche per gli altri ospiti della serata: Fiorella Mannoia, intervenuta nel set acustico di Moro, ha duettato con lui ne I Pensieri di Zo, brano che il cantautore ha scritto per il suo album Combattente, per poi proporre anche una versione a due voci di Acqua. Boato dello stadio per Ermal Meta, che Moro definisce “un fratello, un amico vero” e con cui ripropone il duetto sanremese Non mi avete fatto niente, che ben si presta ad essere esaltato dai cori dello stadio. Prima, però, l’emozionante omaggio alle vittime della mafia, da Falcone e Borsellino ai loro agenti di scorta, da Peppino Impastato al Generale Dalla Chiesa, con le immagini che scorrono sui maxischermi durante Pensa, il brano che ha rivelato Moro al grande pubblico a Sanremo nel 2007 e che continua ad avere un’enorme potenza evocativa.

Sottolineando l’importanza di questa serata per la sua carriera, Moro non rinuncia a ricordare i momenti bui: “Quando nel 2010 mi scartarono da Sanremo la mia etichetta non voleva più saperne di me e delle mie canzoni, fu un momento molto difficile, nessuno mi cercava, quindi ho fondato una mia etichetta indipendente e ho cominciato a scrivere anche per altri artisti. Una delle prime canzoni scritte per altri è stata Sono solo parole“, il brano inciso da Noemi che da qualche anno è anche nelle scalette dei tour di Moro, come pure Un’altra vita scritto per Elodie, che trova spazio nell’ultimissimo set. Brani che con la sua voce graffiata, che pure consente a Moro acuti incredibilmente lunghi e precisi, acquistano un’intensità maggiore e una dimensione più scura.


I saluti e i ringraziamenti arrivano come sempre sulle note di Parole, rumori e giorni, ma il finale vero non può mancare l’inno generazionale Libero, che nella dimensione dello stadio acquista ancora più vigore, seguito da Sono come sono e Pace, che campeggia sugli schermi come augurio finale tra le lacrime di Moro.


Ecco la scaletta e alcuni video di Fabrizio Moro all’Olimpico di Roma sabato 16 giugno, prima data del tour 2018 che proseguirà da luglio tra piazze e teatri.

Tutto quello che volevi
Soluzioni
Tu
È solo amore

Alessandra sarà sempre più bella
Il peggio è passato
La complicità

Fermi con le mani
L’essenza
L’eternità (Il mio quartiere) con Ultimo
Melodia di giugno con Ultimo

Sono anni che ti aspetto
L’inizio
Ognuno ha quel che si merita
Sono solo parole
Giocattoli

Da una sola parte
L’indiano

Set acustico:
Intanto
I pensieri di Zo con Fiorella Mannoia
Acqua con Fiorella Mannoia
Eppure mi hai cambiato la vita
Sangue nelle vene
21 anni

Babbo Natale esiste
Pensa
Non mi avete fatto niente con Ermal Meta
Portami via
Parole rumori e giorni

Un’altra vita
Libero
Sono come sono
Pace

Ph. Salvatore Marando (Nightguide)

Tags: fabrizio moro

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