Biagio Antonacci e i figli Paolo e Giovanni, dalle passioni per trap e rap all’insegnamento dei valori partigiani

Il rapporto tra Biagio Antonacci e i figli Paolo e Giovanni: "Con loro ho scoperto trap e rap: ai ragazzi dobbiamo insegnare i valori dei partigiani"


INTERAZIONI: 801

Il rapporto tra Biagio Antonacci e i figli Paolo e Giovanni è stato oggetto di alcune dichiarazioni che il cantautore di Rozzano ha rilasciato al Corriere della Sera, alla vigilia della doppietta romana del suo Dediche e Manie Tour, che sta girando l’Italia e approderà al PalaLottomatica per due concerti il 23 e 25 maggio.

Da sempre legatissimo alla famiglia, Antonacci ha avuto un rapporto molto profondo col padre Paolo, di origini pugliesi ma trapiantato a Rozzano, che gli ha trasmesso l’etica del lavoro, ed è ancora oggi legatissimo alla mamma e al fratello Graziano suo storico collaboratore.

Due i figli nati dall’unione con Marianna Morandi, figlia di Gianni Morandi, Paolo e Giovanni, oggi rispettivamente 23 e 17 anni. Con loro Antonacci condivide la passione per la musica, seppur con gusti ed attitudini diverse, e si lascia ispirare dai loro suggerimenti. Ad esempio, il bel duetto con Laïoung in Sei nell’aria, contenuto nell’ultimo album Dediche e Manie, è frutto dell’interesse per la scena trap che Antonacci ha sviluppato grazie al suo secondogenito.

La trap l’ho scoperta con mio figlio minore Giovanni. Anni fa avevo collaborato con i Club Dogo grazie a Paolo, il maggiore. Laïoung ha papà italiano e mamma con origini della Sierra Leone ed è nato in Belgio. Parla un italiano nuovo e qui le sue rime sono in francese. Mi ha raccontato che anni fa andai in Belgio a fare promozione e suo padre, che mi intervistò per una radio, fece una foto mettendomelo in braccio. Cerco di dare spazio ai giovani come fecero anni fa Ron, Stadio e Lucio Dalla.

E a questi giovani troppo immersi nella società dei consumi invasa dalla tecnologia, Antonacci vorrebbe trasmettere i valori della lotta per i propri diritti, come quelli che hanno animato la Resistenza partigiana in Italia.

Ai nostri ragazzi dobbiamo far capire quanto sono stati preziosi i partigiani: “Guardate, voi che vi scambiate messaggi sui social, cosa facevano quei giovani alla vostra età. E lo facevano per noi”.

Parlando del fratello Graziano, Antonacci lo ha ringraziato per essersi dedicato alla sua carriera e averlo supportato col suo lavoro.

Mio fratello Graziano è la persona che mi permette di fare questo lavoro senza pensare ad altro che alla musica. Nei suoi occhi vedo amore e mai invidia. È fin troppo protettivo e vive troppo per me. Lo vorrei più libero.