I lavori per l’implementazione della rete unica Wind Tre su tutto il territorio nazionale continueranno a discapito di quanto sta succedendo a ZTE, partner tecnologico per le infrastrutture necessarie al progetto dei vettori italiani? Tanti dubbi si affacciano sullo scenario post annuncio dell’azienda cinese che, in un comunicato di ieri 9 maggio, ha fatto sapere di aver cessato le sue principali attività.
Riallacciamo il nastro della vicenda per chi se ne fosse perso i punti salienti. ZTE, nelle scorse settimane, ha ricevuto un pesante embargo dal governo degli Stati Uniti. L’azienda asiatica ha la colpa, secondo l’amministrazione Trump, di aver venuto tecnologia ad Iran e Corea del Nord nel recente passato. Come sanzione, lo scorso 16 aprile, è stato emesso un “Denial Order” , ossia il divieto per le aziende americane di vendere componenti e apparati proprio a ZTE per ben 7 anni. Davvero un duro colpo che ha avuto come conseguenza diretta proprio l’annuncio ufficiale di ieri.
I lavori per la rete unica Wind Tre dipendono moltissimo da ZTE. L’azienda è un produttore di dispositivi mobili il cui assemblaggio in patria è pure garantito dall’importazione del 30% di componenti come chip e memorie agli USA. Per questo motivo, la vendita di device è stata già bloccata dal colosso, mentre non è stato del tutto chiarito il destino relativo alle attività sulle infrastrutture mobili dell’azienda che opera in tutto il mondo con ben 74.000 dipendenti. Quanto accaduto nelle ultime ore non potrà che incidere sulle attività correnti in Italia, per forza di cose, almeno rallentandole, sperando poi non ci siano risvolti più gravi.
Negli ultimi giorni avevamo prontamente segnalato come i lavori per la rete unica Wind Tre procedessero alla grande, soprattutto nel sud Italia. La speranza è di poter fornire presto riscontro sul destino dell’ambizioso progetto nostrano, a seguito delle preoccupanti vicende internazionali. Al prossimo aggiornamento dunque.
Ho perdo il lavoro grazie a trump e i suoi motivi , grazie
ZTE avrebbe il materiale per proseguire le attività per qualche mese, lo stop è stato -giustamente- concordato dagli avvocati di entrambe le parti in attesa di capire che fine farà ZTE (inutile proseguire con le attività se poi non hai più supporto). a breve in un modo o nell’altro Wind dovrà uscirne. magari capiranno che, visto il periodo storico, è meglio restare con fornitori per lo meno europei, a discapito del prezzo maggiore.
La realtà è che ZTE ha completamente fermato le attività in Italia, quindi la sostituzione dei vecchi apparati della rete di accesso radio di Wind è completamente ferma. La cosa ancora più grave è che è ferma anche la manutenzione degli apparati già in servizio.