La Casa di Carta continua a suscitare tentativi di emulazione più o meno simbolici in giro per il mondo: se qualche settimana fa c’era stata una rapina ad un bancomat in Cile, con rapinatori travestiti come i personaggi della serie Netflix, a Napoli è andato in scena un flash mob con cui gli studenti della Federico II hanno protestato per i rincari delle tasse universitarie.
Prendendo spunto dalla serie cult di Netflix appena rinnovata per una terza stagione, un collettivo di studenti ha organizzato un flash mob indossando tute rosse, maschere di Salvador Dalì e banconote finte da lanciare in giro, proprio come i rapinatori della Zecca dello Stato di Spagna protagonisti della serie.
Nessuna rapina, nel loro caso, ma solo una protesta vivace e creativa contro il “caro tasse” che li ha costretti in questi anni, a fronte di servizi inadeguati, a versare importi sempre maggiori nelle casse dell’università partenopea, fino a 600 o 800 euro in più. Il comunicato degli organizzatori recita le motivazioni della protesta.
Nonostante la progressiva riduzione di servizi che offre la Federico II, dobbiamo pagare noi studenti i soldi che questo Paese in 10 anni ha tagliato in istruzione e ricerca (1 miliardo di euro). Siamo il secondo Paese con il livello più alto di tassazione universitaria in Europa.
L’iniziativa, diventata rapidamente virale grazie al riferimento alla serie tv del momento, è andata in scena il 24 aprile nel cortile della facoltà di Lettere della Federico II, in via Porta di Massa a Napoli, e porta la firma dei collettivi Dada e Cau (Collettivo auto-organizzato universitario).
Sicuramente la scelta di fare propri i simboli de La Casa di Carta è servita ad attirare l’attenzione dei media nazionali sul problema e a ricordare l’appuntamento il prossimo 3 maggio, quando una manifestazione di protesta per i diritti degli universitari animerà la città con un corteo in partenza da piazza San Domenico.
Foto Link coordinamento Universitario