Giù le mani dal diritto d’autore è l’appello degli artisti italiani contro Sky. Non solo cantanti ma soprattutto autori ed editori stanno firmando l’appello contro Sky, a supporto di SIAE.
Da Tiziano Ferro a Eros Ramazzotti, più di 1000 sono i personaggi del mondo musicale che hanno firmato l’appello per chiedere che venga rispettato il diritto d’autore legato alla riproduzioni delle canzoni da loro scritte, utilizzate recentemente da Sky e trasmesse in TV.
Ai tempi dell’ultima edizione di X Factor, Sky non aveva pagato i diritti SIAE. Dopo la puntata conclusiva dell’undicesima edizione del talent show musicale, proprio il diritto d’autore era venuto meno. A renderlo noto era stata la stessa SIAE, amareggiata per quanto avvenuto. Il successo del format, infatti, era stato reso tale anche e soprattutto dall’attività degli autori.
In una nota divulgata online si leggeva:
“Senza gli autori di tutte quelle ore di musica utilizzate e trasmesse da X Factor, lo spettacolo non avrebbe potuto esistere. Peccato però che SKY, con una decisione che non ha precedenti ha deciso di non pagare il diritto d’autore”.
SIAE aveva assicurato che avrebbe agito per garantire il rispetto del diritto d’autore ma, alla data odierna, da parte di Sky non è ancora pervenuto il pagamento dei diritti.
SIAE ha comunicato che con Sky è pendente un doppio contenzioso, il primo sul compenso destinato agli autori cinema e il secondo sul compenso destinato agli autori musica. Filippo Sugar ha aggiunto che la società ha presentato denuncia penale nei confronti di Sky che ha motivato una simile decisione appellandosi all’impossibilità di stipulare accordi con SIAE.
“Sky ha a cuore la creatività italiana […] Sky teme che SIAE possa ostacolare la libertà di scelta che la direttiva europea Barnier riconosce ai titolari di diritti e rimanga ancorata ad un assetto monopolistico dell’intermediazione dei diritti d’autore, ormai anacronistico, – invece che favorire una corretta evoluzione competitiva del mercato. SKY, nell’interesse di una completa informazione degli autori rappresentati da SIAE, tiene ad evidenziare di aver più volte rinnovato la propria disponibilità a proseguire le trattative con SIAE per giungere a soluzioni negoziali coerenti con il nuovo contesto di mercato”.
Il comunicato di Sky continua: non è stata trovata effettiva disponibilità di SIAE a condurre i negoziati seguendo logiche coerenti con il mercato attuale.
“Sky non riscontra un’adeguata disponibilità di SIAE a condurre i negoziati secondo logiche coerenti con il nuovo assetto di mercato, improntate al rispetto reciproco delle parti ed al fondamentale requisito della trasparenza”.
Gli autori, gli editori ed i cantautori italiani uniscono le forze per presentare un appello formale e per chiedere che vengano rispettati i diritti di coloro che creano opere musicali. Nel testo si legge che i suddetti si dicono sbalorditi da quello che possiamo considerare in pieno regime un attacco ai loro diritti.
Il testo completo:
Gli autori italiani stanno assistendo sbalorditi ad un attacco contro i loro diritti.
Da mesi Sky ha deciso di utilizzare i contenuti creativi frutto del nostro lavoro senza più corrispondere alcuna remunerazione per il loro sfruttamento, come invece prevede la legge sul diritto d’autore e sull’equo compenso. Non solo. Abbiamo appreso anche che questa emittente sta cercando di utilizzare un’istruttoria contro la SIAE, pendente da un anno presso l’Antitrust, per cercare di dare una sorta di legittimazione al suo comportamento contrario al diritto d’autore.
Sarebbe grave se l’Antitrust aderisse a un disegno che da un lato punta ad azzerare un diritto acquisito che garantisce la libertà degli autori, dall’altro favorisce gli interessi di gruppi internazionali che cercano di scardinare alcuni principi fondanti dell’Unione Europea: e cioè che “la creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo” non sono oggetto di semplificazioni e armonizzazioni forzate, così come vanno tutelati la diversità culturale e il diritto degli autori ed editori italiani di scegliere liberamente se affidare le proprie opere all’estero o gestirle dall’Italia per le utilizzazioni sul territorio nazionale.
Se questa strategia dovesse passare, assisteremmo alla incredibile affermazione del paradosso per cuipagando menoautori ed editori si otterrebbe un aumento della produzione culturale. Un insulto per tutti coloro i quali hanno contribuito a portare l’industria culturale al terzo posto nella nostra economia. Un’industria sana e realmente italiana, che è parte fondamentale della storia del nostro Paese e di quella ripresa economica di cui oggi tutti vogliono prendersi il merito.
Il diritto d’autore è un diritto del lavoro. Non è merce di scambio per garantire profitti milionari a chi rifiuta di restituire agli autori quanto stabilito dalla legge.