Ho incontrato Max Bunker, autore di fumetti storici come Alan Ford, Kriminal, Satanik, MaxMaguns etc., ma procediamo con ordine…
Quella del fumetto è un’arte considerata minore, non certo all’altezza della letteratura e tantomeno della pittura. La realtà è ben diversa. In un fumetto ci si immerge come in un libro e a volte ci si sofferma ad ammirare una tavola come fosse un quadro.
Ci sono stati capolavori assoluti, come “Storie dello spazio profondo”, scritte da Francesco Guccini e disegnate da Bonvi (George Lucas si è sicuramente ispirato ai personaggi di questo fumetto del 1969 per creare “Star Wars). Anche la “Rivolta dei racchi” di Guido Buzzelli (1967) è incredibile, come pure “Maus” di Art Spiegelman, la saga dell’Incal di Jodorowsky e Moebius, tutta l’opera di Andrea Pazienza, Sturmtruppen o “Cronache del dopobomba” di Bonvi, Corto Maltese di Pratt, Lupo Alberto di Silver, Ken Parker di Berardi e Milazzo… per non parlare delle lunghe serie di Capitan Miki, Il Grande Blek, Pecos Bill, Tex, Dylan Dog, Martin Mystere, Diabolik, Asterix, Topolino, Tiramolla, Julia, o gli americani Sandman, Watchmen, V for Vendetta, gli eroi Marvel, Superman (che in Italia si chiamava Nembo Kid)… senza parlare dei tanti manga giapponesi. L’elenco sarebbe infinito.
Ho conosciuto Luciano Secchi, in arte Max Bunker, quando con Bonvi andavo nella sede del suo Editoriale Corno. Max non è stato solo un autore di fumetti, ma pure un editore. Sua anche la bellissima rivista Eureka. Ma è in coppia con il disegnatore Magnus (Roberto Raviola) che sono nati fumetti storici come Kriminal, Satanik, MaxMagnus e soprattutto il mitico Alan Ford. In questo fumetto Magnus disegna se stesso nel personaggio di Bob Rock e Bunker in quello del Conte Oliver. All’inizio Alan Ford lascia perplesso il pubblico dei fumetto, poi è il boom e il successo è clamoroso. Improvvisamente, dopo aver disegnato il 75° fumetto di Alan Ford, Magnus decide di sciogliere la coppia. I disegnatori di fumetti sono personaggi strani. Sempre impegnati a interpretare storie create dagli autori, raramente fanno i soldi. Magnus è morto in povertà in una pensione di Castel Del Rio, dove viveva insieme a Bonvi. Andai a trovarlo dopo la morte del mio amico Bonvi, falciato da un’auto guidata da un ubriaco mentre stava venendo proprio al Roxy Bar a presentare cartelle di fumetti che avrebbe venduto per raccogliere soldi e aiutare l’amico Magnus in difficoltà e molto malato. Ho fatto l’ultima intervista a Magnus, mentre stava finendo di disegnare il suo Tex gigante, un paio di mesi prima che se andasse nell’altra dimensione. Le voci raccontavano di un disaccordo con l’ex-partner Max Bunker. Non era vero, come è ha dimostrato il fatto che Magnus abbia accettato di tornare a disegnare il n° 200 di Alan Ford.
Ho incontrato dopo tanti anni Max Bunker a Milano, nella manifestazione MilanoFil. Sempre divertente e con un grande senso dell’umorismo, tipico degli autori di fumetti, come dimostra il video che ho realizzato.
Red Ronnie