Sta circolando sul web la bufala microchip sottocutaneo obbligatorio entro due anni: sui social network e app di messaggistica torna una fake news già nota che da per certo l’impianto sotto pelle di un chip appunto entro 24 mesi per tutti gli italiani. Per quanto in circolazione in queste ore, la falsa notizia fa riferimento alla anacronistica decisione normativa ad opera di Matteo Renzi con effetti immediati: e pensare che l’ex segretario del PD da tempo non ricopre più la carica di Presidente del Consiglio.
La bufala microchip sottocutaneo ha toni allarmistici, facendo riferimento ad un dispositivo di identificazione a radiofrequenza che è collegato ad informazioni di carattere personale molto sensibili: dati di contatto, sanitari, finanziari e molto altro ancora. Sempre secondo la fake news l’Italia sarebbe il terzo paese al mondo ad aderire all’obbligatorietà dello strumento, dopo gli USA e la Svezia e le sanzioni previste per chi non si adegua alla normativa partirebbero dai 3000 euro fino ad arrivare a 6 mesi di di carcere. Naturalmente ogni aspetto della notizia è totalmente falso: niente e nessuno ci obbligherà da qui a due anni ad impiantare nessun microchip sotto la nostra pelle contro la nostra volontà e non esiste alcun tentativo di monitorare le nostre abitudini, i comportamenti attraverso uno strumento solo all’apparenza avveniristico.
Non a caso ad inizio articolo abbiamo parlato di bufala microchip sottocutaneo non nuova ai nostri occhi: la fake news potremmo definirla addirittura storica, visto che risale in prima battuta al lontano 2015. Ad ogni modo, ecco che la montatura via web e social si è avvalsa in passato e si avvale ancora tutt’oggi di alcuni contributi scientifici. La tecnologia in se e per se non è affatto fantascienza e come dimostrato in due video d’archivio del TG1 e del National Geographic presenti a fine articolo (del 2013 e del 2015), la procedura sulle persone e non certo su animali esiste anche se applicata in determinati campi e per espressa volontà delle persone, quindi senza nessun obbligo di sorta. Abbiamo fatto di certo chiarezza sul fondamento della notizia ma la bufala in circolazione in queste ore resta tale in ogni suo aspetto e per questo non bisognerebbe darle credito.
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