L’ultimo saluto di Zerovskij al cinema, con quell’atteso non dimenticatemi, chiude il tour de force sul grande schermo dello spettacolo che Renato Zero ha concepito per i suoi 50 anni di carriera.
Chi traffica su queste pagine, in cui spesso si parla di Renato Zero a mio nome, sa bene che quanto fatichi a mantenere contezza di me e dare un parere obiettivo su quanto portato al cinema nelle ultime settimane.
È impossibile approcciarsi a uno spettacolo come Zerovskij e recensire con fredda indifferenza quanto è stato apparso sul grande schermo. Ci ho provato, fallendo, tanto da trasportare il mio solito commento alla fine della programmazione del film che è tornato inaspettatamente nelle sale il 3 e 4 aprile dopo il grande successo del debutto.
Non è stato nemmeno facile addentrarmi in un linguaggio a me sconosciuto, quello che da 50 anni è entrato nella mente e nel cuore della grande famiglia che Renato Zero ha saputo creare con la sua espressione artistica, ma sono stata aiutata.
Per l’occasione, mi sono dotata della mia personalissima Stele di Rosetta, senza la quale le parole e le intenzioni di Renato Zero sarebbero stati poco più che geroglifici. Il mio cifrario personale ha gli occhi dei Figli del Sogno, quelli che dal di fuori spesso non vengono compresi, ma esistono.
Esiste una bellissima ed enorme categoria di fan che è riuscita ad andare oltre la musica e cogliere il messaggio che un artista del calibro di Renato Zero ha voluto lanciare in questi lunghi anni di carriera, di successi ma anche di difficoltà. Sono i fan, come il mio assistente zerofolle personale, che hanno interiorizzato talmente tanto quello che Renato ha avuto da dire da trasformarlo in un percorso di vita nel quale non possono prescindere dalla sua poetica.
Zerovskij non è quindi uno spettacolo, né un concerto. Zerovskij è il regalo di Renato Zero per tutti coloro che hanno saputo comprendere e ascoltare, disperarsi e rinascere, a volte facendosi travolgere dalla vita che diventa un alibi straordinario per non arrendersi.
Il grande pregio di Zerovskij, esaltato dalle riprese cinematografiche che non lasciano niente al caso, è la cura dei testi e delle tematiche, oltre a un cast di alto livello che ha saputo interpretare al meglio quanto inteso dalla collaborazione tra Vincenzo Incenzo e Renato Zero.
Suggestive le riprese in aerea, che rendono l’idea di quell’Altissimo che ci striglia a inizio spettacolo, deluso da un’umanità gretta ma unica, claudicante e spesso vanesia, che porta in sé tutti i pregi e i difetti racchiusi nella parola Uomo.
Le tematiche sono quelle portate nel doppio CD che ha voluto rilasciare in occasione dei suoi 50 anni di carriera, c’è Vita, Morte, Odio, Amore e Tempo. Ci sono tutti i brani del nuovo disco – con qualche taglio per rientrare nei tempi – ma anche alcune pietre miliari del suo repertorio come Marciapiedi, Motel, Potrebbe Essere Dio, Padre Nostro e la struggente Siamo Eroi.
Il valore aggiunto è Renato Zero e una voce come non si sentiva in forma da tanti anni, quella che ha squarciato il cielo sopra l’Arena di Verona in un’interpretazione di Padre Nostro che rimarrà nella storia. La stessa voce che ha guidato tutta la narrazione e che ha confermato come il suo talento sia una spanna al di sopra di quella che può essere considerata la normalità.
L’artista si conferma il protagonista assoluto del racconto, quasi in maniera schiacciante, pur proponendo un film-concerto con una regia generosissima nella quale non sono mancate le inquadrature dei cori e dell’orchestra, oltre a quelle degli attori in cui torna a splendere l’astro di una straordinaria Roberta Faccani nei panni di Vita-Morte.
Canta, recita, sorprende, balla senza mostrare troppo le difficoltà dell’età che avanza. Si lascia trasportare dalla musica ma non manca di ammiccare alla telecamera, poiché il piglio del divo ancora non l’ha perso, quindi esce alla fine dello spettacolo trasformando l’espressione contrita per la concentrazione in un sorriso aperto per il pubblico che lo acclama.
Cos’è stato quindi Zerovskij? Sicuramente un film sperimentale nel quale sono state racchiuse tutte le emozioni dello spettacolo che l’artista ha tenuto all’Arena di Verona, ma anche un modo per riunire i tanti fan – diventati quasi amici – che hanno voluto ancora intraprendere un viaggio insieme all’insolito capostazione che sembra non aver intenzione di lasciare al caso le intricate vicende umane.
In Zerovskij non ci sono stati i grandi successi che il pubblico si aspettava, ma abbiamo potuto leggerli tra le righe di un’opera che può essere considerata come l’espressione massima della carriera di Renato Zero. O, come tende ancora a sottolineare il mio assistente e traduttore Zero-Italiano, il meglio di Renato Zero è nascosto in quello che ancora deve scrivere.
Zerovskij è per me il tutto del mio adorato ARTISTA, unico, emozionante.
Durante le serate al cinema con Zerovskij, ho avuto l’occasione di registrare con il mio cellulare i brani e le interpretazioni degli attori…che dire: meravigliosi, ed ogni volta è una grandissima emozione, ancora adesso, mentre scrivo questo messaggio, ho i brividi.
Grazie Renato x il tuo Zerovskij❤ e…grazie di esistere.
Grazie per questo articolo, io lo spettacolo lo avevo visto al Foro Italico ed è stato incredibile unico meraviglioso! !!! Sono andata al cinema a marzo e sono tornata mercoledì, lo rivedrei mille volte, penso che Renato non avrebbe potuto farci un regalo migliore, aspettiamo con ansia il DVD e naturalmente speriamo di rivederlo presto dal vivo….viva la nostra zerofollia!!!!
Alessandra
La commozione mi stringe il cuore, quando penso a Zerovskij, ho pianto al suo Padre Nostro, Marciapiedi,ecc……ma i testi che ha scritto per Amore, Odio……..e la scenografia d’inizio…….che dire!!! Solo Lui poteva scrivere un’opera così . Spero che ci sia un’altro atto. Grazie Renato ti adoro, Maria
Seguo Renato da tanti anni. In lui vedo il sogno di un futuro migliore. Vedo la speranza di un’umanità meno materialista meno individualista e indifferente. In Renato si concentra il meglio che un uomo o una donna può essere. E ogni volta è una grande emozione . Lui non delude mai…Per me impossibile non amarlo.♡
Visto due volte. La seconda volta ho portato con me mia cognata. Lei non ha mai seguito Renato. È uscita dal cinema entusiasmare. Uno spettacolo unico dalle tematiche forti. Ha pianto, rimanendo affascinata dagli attori, le loro voci, da Renato dalle parole ascoltate. Penso che tutto ciò basti per comprendere che Renato è unico, artista a tutto tondo, elargitore di forti emozioni. Sciocchi coloro che si fermano a Mi vendo Madame Triangolo.
Un mito, unico, geniale porta.. grande Renato
Renato questa volta i andato OLTRE spettacolo meraviglioso dove Dio insieme all’amore volavano sopra le nostre teste e dentro i nostri cuori. Sensazioni ormai dimenticate uno sguardo dentro i nostri cuori i nostri sentimenti. Meraviglioso renato artista unico di grande spessore…lo amoooo. Ho 70 anni
Zerofobia, Ero Zero, Tutto Zero, erano commedie musicali con tematiche forti… Zerovskij non è altro che il compendio di una carriera in cui si è dimostrato che Renato non è un semplice cantante. Ma molto di più:artista completo a tutto tondo! Zerovskij è un capolavoro con tematiche taglienti come la vita che stiamo vivendo
Più di 40 anni fa Renato cantava con parole fatti situazioni attuali oggi…Oggi quando vai ad un suo concerto sei già proiettato nel futuro ma vivi l’attualità in modo sublime…
Grazie delle grandi emozioni che ci hai regalato. .
Articolo bellissimo Martina, mentre leggevo mi sono venuti i brividi, ho ancora sulla pelle l’emozione di tutti i live seguiti, e le serate inaspettate al cinema, con le immagini girate nella splendida Verona, e le emozioni che sono ritornate, anche se, in effetti, mai passate. Chissà cosa ci starà riservando in futuro….