Jesse Williams di Grey’s Anatomy continua la sua missione di attivista per il movimento Black Lives Matter, che coniuga ormai da tempo con la professione di attore.
L’interprete afroamericano di Jackson Avery in Grey’s Anatomy è apparso nel programma The View, il 23 febbraio, chiamato ad esprimersi sulla calda attualità dopo i fatti di Parkland.
Secondo l’attore, la copertura mediatica della recente strage in una scuola in Florida conferma come i media siano propensi a raccontare le sparatorie attraverso degli stilemi narrativi che favoriscono la “classe degli oppressori“, ovvero i bianchi, mentre in situazioni simili tendono a demonizzare le vittime di colore, come ad esempio i neri che vengono colpiti dalle armi da fuoco della polizia.
Quando gli è stato chiesto di un recente episodio di Grey’s Anatomy che ha affrontato proprio questo argomento con la storia di un ragazzo nero sparato da un poliziotto bianco, Jesse Williams ha articolato la sua teoria avanzando la necessità che venga modificata la cultura dei media nel racconto della violenza. Spesso, anche nell’intrattenimento, le vittime nere della polizia vengono ritratte come più anziane e pericolose dei poliziotti che sparano loro, mentre le vittime bianche di sparatorie collettive vengono “infantilizzate”, rappresentate nel massimo della loro purezza e innocenza. Come se nel caso delle persone di colore questa presunzione di non colpevolezza non ci fosse.
Una grande scrittrice che è anche un medico, Zoanne Clack, ha scritto quell’episodio. E abbiamo lavorato a stretto contatto sul contenuto, sul materiale, sui risultati, sulla relazione tra le forze dell’ordine e la famiglia e purtroppo ci sono così tanti esempi di vita reale tra cui scegliere, l’importante è essere efficaci nel raccontare storie. Non avere ragione o fare prediche ad una parte del pubblico, ma fare qualcosa che sia realistico e di forte impatto e possa permettere all’umanità di insinuarsi in particolare intorno ai giovani corpi neri, giovani ragazzi neri. Spesso siamo sempre rappresentati più vecchi di noi stessi. Tamir Rice aveva dodici anni, ma è stato riferito fosse un ventenne. Mentre gli adulti, gli adulti bianchi, sono infantilizzati, resi piccoli e giovani e deboli e bisognosi di aiuto e vittime di un lupo solitario. Questa cosa è conveniente per la classe degli oppressori. È qualcosa a cui abbiamo prestato molta attenzione. E abbiamo cercato di essere il più produttivi e onesti possibile.
Per le sue posizioni radicali sul razzismo e i diritti civili, Jesse Williams è stato anche oggetto di critiche: il suo discorso ai BET Awards in cui indicava tutti i bianchi come “abusatori” di neri sollevò diverse proteste e culminò perfino nel lancio di una petizione per licenziarlo da Grey’s Anatomy. Lo scorso anno ha anche condannato la punizione della NFL per i giocatori che hanno protestato durante l’inno nazionale rifiutandosi di cantarlo: l’attore ha definito l’inno una “truffa” e paragonato gli Stati Uniti alla Corea del Nord.