Ci sono alcune applicazioni e soprattutto determinati servizi presenti di default con il sistema operativo Android che possono avere un’incidenza più negativa di quanto si possa immaginare sulla nostra privacy, come potremo notare oggi a proposito di “Cronologia Posizione“. Si tratta di un servizio che monitora i nostri spostamenti, fornendo a Google una serie di informazioni evidentemente non necessarie, invasive e che a quanto pare vengono diffuse anche disabilitando il supporto al bluetooth.
Capita dunque che Cronologia Posizione diventi uno strumento per spiare i vari smartphone Samsung, Huawei, ASUS ed Honor in circolazione, citando i brand che vanno per la maggiore in questo scorcio iniziale di 2018 qui in Italia. Per certi versi preoccupante, in tal senso, quanto scoperto negli Stati Uniti da Quartz, una società attraverso la quale ora possiamo comprendere quali informazioni sui nostri movimenti (e non solo) vengono fornite a Google.
Ad esempio, sfuggiranno dal nostro controllo totale dati riguardanti la lista dei movimenti che lo smartphone interpreta sull’utente, senza dimenticare la pressione barometrica e se si è o meno connessi ad una rete wifi. Si arriva persino all’indirizzo MAC, il livello del segnale e la frequenza che viene registrata su ogni access point wifi che si trova in zona. Da non trascurare poi la questione riguardante la percentuale della batteria e addirittura se il device sia connesso o meno ad un alimentatore.
Particolarmente fastidiosa anche la rilevazione delle coordinate GPS, oltre al valore della loro precisione. Insomma, se siete in possesso di uno smartphone Android, in primis quelli realizzati da Samsung, Huawei, ASUS ed Honor bisogna tenere a mente queste informazioni. Soprattutto per coloro che odiano essere spiati, fornendo in modo indiretto una serie di informazioni sul proprio modo di spostarsi.