Ospite della puntata del 14 gennaio, Luciano Ligabue a Che Tempo Che Fa ha presentato in anteprima il suo nuovo lavoro da regista: Made in Italy, che è anche il titolo del suo ultimo album in studio e del relativo tour con cui ha girato i palazzetti italiani lo scorso anno, è il terzo film del rocker a vent’anni dall’esordio dietro la macchina da presa con Radiofreccia e a sedici dal secondo Da Zero a Dieci.
Il film, concepito come una tormentata dichiarazione di amore verso il nostro Paese e coloro che onestamente contribuiscono a tenerlo in piedi, ha per protagonista l’alter ego di Ligabue, quello che canta le storie contenute nel concept album Made in Italy e ora prende le sembianze di Stefano Accorsi sullo schermo (già diretto da Ligabue nel suo primo film): Riko, un onesto salumiere alle prese con una vita dal lavoro e dai sentimenti precari, deve difendere il suo matrimonio e la sua casa, ma soprattutto prendere finalmente in mano il suo destino.
Ligabue a Che Tempo Che Fa, affiancato dalla protagonista femminile del film Kasia Smutniak, ha raccontato come è nata l’idea di trasformare Made In Italy in un racconto per il grande schermo tanti anni dopo l’ultima regia.
Il disco è nato in modo strano, visto che ora la musica si ascolta in modo veloce, spesso fino al primo ritornello, quindi ottenere attenzione della gente con una storia che si sviluppava su 14 canzoni era al limite dell’anacronismo. Così ho pensato di non avere più la scusa di non avere storie per raccontare un film. Una scusa che mi sono raccontato per 16 anni. Ho chiamato Domenico Procacci, già produttore degli altri due film e persona di cui mi fido, e abbiamo intavolato la discussione sul film. La storia parte dal personaggio di Riko, che a inizio film fa un mestiere di quelli in cui ci si sporca le mani e si torna a casa col cattivo odore addosso: quando ci sono una serie di licenziamenti dipendenti da certe norme e problemi, il film diventa il modo per raccontare come lui affronta la crisi e come pensa di poterne uscire.
Kasia Smutniak ha elogiato il Ligabue regista e il suo modo di dare concretezza al progetto.
Luciano ha una visione precisa, il film è molto coerente con la sua visione del mondo, è bravo a raccontare le cose che conosce bene e in questo film è sincero. Sia durante la preparazione che sul set era chiaro che cosa sarebbe successo.
Eppure non doveva essere lei ad impersonare Sara, la moglie di Riko, come ha raccontato Ligabue parlando del film.
Fare film è farsi un bel mazzo, ma è stata un’esperienza molto bella, mi sono appassionato più delle altre volte al lavoro con gli attori: volevo molto bene al personaggio di Sara, una donna forte che fa una stupidaggine enorme. Ho visto molte attrici davvero brave e Kasia era troppo bella e troppo giovane per l’idea che avevo del personaggio.
Un pranzo con Accorsi e Procacci, compagno della Smutniak, ha poi risolto il dilemma della scelta: “Le ho chiesto di fare un provino e il provino mi ha steso. Già adoravo il personaggio di Sara prima del film, ora sono letteralmente innamorato di Sara-Smutniak” ha raccontato Ligabue.
Oltre ad interrogarsi sul senso della vita, il film racconta la vita di provincia ed una generazione che fatica ad emanciparsi nella società globalizzata e precaria.
Riko vive in una casa tirata su da suo nonno, allargata dal padre e lui deve venderla perché non se la può permettere. In questo film racconto un gruppo di brave persone che fanno più fatica rispetto alle altre, ma chi è una brava persona lo rimane a prescindere, coerente con quest’idea, costi quel che costi.
Ligabue ha anche rivelato di aver fatto “due camei, il primo è impossibile da trovare, il secondo è il più visibile ed è alla fine del film“: sarà quindi una sfida per il pubblico rintracciarlo in Made in Italy, dal 25 gennaio al cinema.
Prima di lasciare lo studio, Ligabue a Che Tempo Che Fa ha intonato una versione chitarra e voce del brano Ho fatto in tempo ad avere un futuro, uno dei singoli tratti dall’album Made In Italy.