La presenza di Giancarlo Giannini in Romanzo Famigliare, la nuova fiction di Rai1 al via dall’8 gennaio, ha rappresentato un grande onore per la regista Francesca Archibugi, che ha potuto affidare al pluripremiato attore uno dei ruoli chiave del suo romanzo a puntate per Rai1.
CAST E PERSONAGGI DI ROMANZO FAMIGLIARE, LA SERIE DI RAI1 CON VITTORIA PUCCINI E GUIDO CAPRINO
Giancarlo Giannini in Romanzo Famigliare è Gian Pietro Liegi, patriarca di una delle famiglie di origine ebraica più note e ricche di Livorno, una casata di banchieri sefarditi arrivati nel Cinquecento in città per le leggi leopoldine e ora proprietaria di una holding a conduzione familiare. Rimasto vedovo quando sua figlia aveva 8 anni, ha avuto un rapporto travagliato con l’unica erede Emma, scappata di casa dopo essere rimasta incinta a 16 anni, ma prova a riallacciare i rapporti con lei dopo aver scoperto di essere affetto da una malattia degenerativa: è proprio da Liegi, che chiede al genero Agostino di riportare la famiglia a Livorno per poter conoscere la nipote e rivedere la figlia, che prende le mosse il racconto della Archibugi.
Giancarlo Giannini dopo anni di teatro raggiunse la grande popolarità proprio come protagonista di uno sceneggiato televisivo nel 1965, il David Copperfield adattamento del romanzo omonimo di Charles Dickens firmato da Anton Giulio Majano che lo diresse qualche anno dopo anche in Le stelle stanno a guardare: torna ora alla tv diretto da Francesca Archibugi, con cui non è mai riuscito a lavorare in passato nel cinema nonostante i vari tentativi di entrambi.
Come ha dichiarato in conferenza stampa, Giannini non ha avuto problemi a prestare il suo volto alla serialità televisiva (d’altronde l’ha fatto già diverse volte negli ultimi anni, con partecipazioni a L’onore e il rispetto, Il sangue e la rosa, So che ritornerai), che per lui rappresenta una sorta di ritorno alle origini, ma soprattutto è stato lieto di farlo per un progetto dagli standard cinematografici.
Più volte abbiamo cercato di fare un film insieme nel passato, ma non ci siamo mai riusciti o perché il film costava troppo o perché non c’erano i momenti giusti: finalmente quando mi ha chiamato per questa storia bellissima ho detto di sì. In fondo ho cominciato con la televisione, posso anche finire con la televisione, con una regista di cinema: per me non è stato diverso lavorare al cinema o in televisione, qui abbiamo girato davvero come un film, come si sta facendo un po’ in tutto il mondo. Mi sono trovato benissimo, con una persona intelligente che sa scrivere, che sa dirigere, che sa trattare gli attori al meglio e metterci tutti in condizioni di gioco. Sono un attore che cerca di fare sempre le cose al meglio.
A stimolarlo nell’interpretazione di Gian Pietro Liegi è stata anche la malattia del personaggio, che ha rappresentato una sfida notevole per l’attore durante le riprese.
Il mio è un personaggio molto diverso dagli altri, con la curiosità di un tipo di malattia che varia continuamente, quindi mi sono dovuto divertire a cambiare sia col corpo che con la voce in certi momenti, che poi fa parte delle abilità dell’attore: spero di esserci riuscito.