Charles Manson è morto. Da giorni circolavano notizie sul suo conto, ma solo nelle prime ore del 20 novembre si è avuta la notizia ufficiale ufficiale della sua morte, avvenuta domenica 19 nell’ospedale di Bakersfield, dov’era stato trasferito dopo l’aggravamento delle sue condizioni riscontrate presso il penitenziario di Corcoran.
46 gli anni che il fondatore della Manson Family ha trascorso in carcere, dopo essere stato condannato per cospirazione finalizzata a commettere omicidi. Tra i tanti efferati delitti di cui si è macchiato, anche l’omicidio della moglie del regista Roman Polanski, l’attrice Sharon Tate, allora incinta.
Eppure, Charles Manson avrebbe dovuto diventare famoso per la musica e non per i delitti commessi. Autodidatta come chitarrista, Manson aveve ritenuto fattibile il percorso come musicista. Nel suo progetto di avere successo, l’omicida riuscì infatti a ottenere la benevolenza del produttore dei Byrds e di quello dei Beach Boys, che incisero in seguito una canzone di Manson, Never learn not to love. Questo scatenò l’ira di Manson, poiché il gruppo avrebbe apportato delle modifiche a parte del testo.
Utilizzò poi il suo talento per incidere un disco, che venne pubblicato su etichetta indipendente, per pagarsi le spese legali a lui imposte per il processo. Il disco è Lie: The Love and Terror Cult ed è ancora in circolazione, con tutte le tracce incise dal fondatore della Manson Family.
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Questi slanci musicali colpirono anche Neil Young, che scelse di promuoverlo per la Reprise Records definendolo un artista piuttosto bravo. Quello che successe in seguito è però tristemente legato alla setta dei Manson Family, che fonda le sue radici anche nella passione musicale del suo fondatore. Secondo quanto appurato in seguito, Manson avrebbe avuto intenzione di scatenare una guerra razziale, attribuendo le colpe degli omicidi a persone di colore.
Quello che si seppe in seguito mise sul tavolo delle possibilità una realtà inaspettata, che parla di vendetta nei confronti di Melcher – produttore discografico – che gli impedì di sfondare come cantautore. Gli omicidi compiuti potrebbero quindi essere frutto di uno scambio di persone, poiché la villa dove avvenne la strage nella quale fu coinvolta la moglie di Polanski era di proprietà di Melcher e della sua fidanzata.
La sua produzione come cantautore è continuata anche durante i mesi di detenzione, arrivando a pubblicare anche un disco nel 2013 con registrazioni risalenti al 1983 e 1984.