Una nuova e massiccia ondata per la cosiddetta bufala delle polveri sottili con protagoniste alcune donne con tesserino ASL che starebbero girando per appartamenti con la scusa di misurare e controllare specifici valori. Su WhatsApp è boom del nuovo allarme che mette in guardia tutti dall’aprire la porta per il pericolo che chi bussa al campanello sia armato ma come sveleremo subito, si tratta dell’ennessima catena dalla massima diffusione ma senza alcun fondamento.
L’allarme in questione è una recente/vecchia conoscenza. Anche nella prima parte di ottobre, avevamo avuto modo di segnalare come la bufala delle polveri sottili fosse tornata a nuova vita dato che la sua prima origine risale allo scorso maggio, in relazione ad un evento reale e quanto mai tragico, ossia l’incendio di Pomezia alla Eco X. Già in quell’occasione (in tutta Italia e senza alcun fondamento) iniziò a circolare la bufala relativa sempre a due presunte donne dell’ASL che giravano per appartamenti per misurare proprio le polvere sottili. Allora, l’impatto degli eventi contribuì alla diffusione della notizia fake e da allora, a più riprese, lo stesso allarme sta ritornando a far parlare di se ma sempre non corrispondendo alla realtà dei fatti.
Cosa fare dunque se su WhatsApp si è ricevuto il messaggio relativo alla bufala delle polveri sottili misurate da presunte donne dell’ASL armate? Decisamente è arrivato il momento di contrastare fenomeni come questo e anziché condividere a tutta forza il messaggio fake, bisognerà chiarire al mittente che non si tratta di una notizia vera, anzi di un allarme che potrebbe creare panico (soprattutto in soggetti più deboli) senza alcuna giustificazione. Dunque bloccare qualsiasi ulteriore sviluppo della catena è il dovere di tutti. Sempre più spesso WhatsApp e i social sono utilizzati per veicolare messaggi non veritieri. Sta solo a noi il compito di filtrarli a dovere.