Il nuovo album degli U2 non ha ancora una data d’uscita ufficiale, ma arriverà certamente sul mercato entro l’anno, probabilmente il 1° dicembre in occasione della Giornata Mondiale della Lotta all’AIDS, fronte su cui è molto impegnata la fondazione benefica RED di Bono.
Il frontman della band irlandese, ancora in scena con le ultime date del The Joshua Tree Tour che celebra il trentennale dell’omonimo storico album, ha fornito qualche anticipazione sul prossimo progetto di inediti, anticipato dal nuovo singolo You’re the best thing about me già in rotazione radiofonica.
Songs of Experience è il secondo volume di un progetto unico iniziato nel 2014 con Songs of Innocence, la cui genesi però è stata più travagliata del previsto: ci sono voluti infatti tre anni per completare un disco che avrebbe dovuto debuttare molto prima, ma questo ritardo secondo Bono ha fatto solo bene al risultato finale.
In un’intervista con Rolling Stone tra una tappa e l’altra del tour, il cantautore ha raccontato il processo che ha portato a modificare in corsa il disco per cercare di renderlo il più autentico possibile, aderente alla realtà e stilisticamente coerente, onde evitare gli errori commessi con il predecessore Songs of Innocence.
Proprio a proposito del chiacchierato ultimo album del gruppo, che fu “regalato” in modo coatto a tutti gli utenti iTunes nel mondo, Bono ha fatto autocritica, spiegando di aver corretto il tiro nella lavorazione del follow-up.
All’album precedente, ‘Songs of Innocence’, mancava coerenza, avrebbe dovuto essere più ruvido, le canzoni suonavano meglio dal vivo che incise. La pausa che ci siamo presi prima di completare ‘Songs of experience’ ci ha permesso di suonare dal vivo in studio le canzoni del disco nuovo, ci ha permesso di sviscerarle fino ai loro elementi essenziali senza alcun trucco dello studio per vedere ciò che avevamo fatto davvero. Questo è stato un grande dono per l’album.
Interrogato sul riferimento letterario che ha ispirato l’intero progetto, i celebri Canti dell’Innocenza e dell’Esperienza di William Blake, Bono ha cercato di spiegare l’intera filosofia che ha animato la creazione dei brani contenuti nel nuovo album degli U2 svelando anche alcuni titoli: il disco è un modo per interrogarsi sui percorsi che la vita ci offre e su quanto della nostra innocenza possiamo mantenere o recuperare dopo che l’esperienza ha modificato la nostra percezione del mondo.
Cerco di non parlare troppo di William Blake perché sembra pretenzioso citare un gigante letterario, ma ho colto la sua grande idea per confrontare la persona che diventiamo attraverso l’esperienza con la persona che è partita all’inizio nel viaggio. Se parli di innocenza, probabilmente l’hai già persa, ma credo che alla fine dell’esperienza sia possibile recuperarla con la saggezza. Non dico di averne molta, anzi ne ho poca, e voluto farla confluire in queste canzoni. So che gli U2 trattano ogni album come se fosse il loro ultimo, ma questa volta volevo che le persone intorno a me volessero sapere esattamente come mi sentivo. Quindi molte delle canzoni sono lettere, lettere ad Ali, lettere ai miei figli e figlie, in realtà ai nostri figli e figlie. ‘The showman’ è una lettera al nostro pubblico, ‘American soul’ è una lettera all’America, e ‘It’s the Little Things Give You Away’, me ne sono accorto solo dopo, è una lettera a me stesso.
A proposito di quest’ultima canzone, Bono ne svela alcuni versi specifici, quelli nei quali l’innocenza sfida l’esperienza:
I saw you on the stairs, you didn’t notice I was there, that’s cause you were busy talking at me, not to me. You were high above the storm, a hurricane being born but this freedom just might cost you your liberty.
E ancora su It’s the Little Things Give You Away:
Alla fine della canzone, l’esperienza si arrende e ammette le sue paure più profonde, essendo stata sfidata dal suo io più giovane e coraggioso. Questa stessa conversazione apre anche l’album con una canzone intitolata Love is All We Have Left.
Songs of Experience è prodotto, tra gli altri, da Steve Lillywhite, Jacknife Lee, Andy Barlow, Ryan Tedder e Jolyon Thomas.