Alessandro Borghi è l’anello di congiunzione tra Suburra La Serie e l’omonimo, grande film di Stefano Sollima. Il lavoro che ha fatto l’attore e padrino di questa Mostra del Cinema di Venezia 2017 è quello di smontare il suo Numero 8, un “boss” arrivato, e renderlo un giovane assetato di potere.
Numero 8 ha voglia di arrivare e per questo è disposto a tutto anche fare i conti con delle realtà che non era solito frequentare ma nei primi due episodi di Suburra La Serie, presentati ieri alla Mostra del Cinema, è proprio il suo dualismo a venire a galla.
Da una parte c’è la sua sete di sangue mentre dall’altra c’è la sua “umanità” e così se un momento prima riesce a sfondare la testa di un suo rivale, il momento dopo grazia una prostituta che potrebbe far saltare il suo grosso affare.
Sullo sfondo rimangono 20 giorni in dieci episodi per la gioia degli appassionati del genere che assisteranno ad un susseguirsi di violenze, una corsa contro il tempo in un momento in cui Spadino, Numero 8 e Lele si trovano coinvolti in un affare milionario. Questo è l’incipit della serie, la prima italiana firmata Netflix, in onda dal 6 ottobre sulla piattaforma streaming.
Alessandro Borghi sarà il “re” mentre decadenza e compromesso continueranno a fare da sfondo come potere e malaffare, violenza e corruzione, in una serie che, sicuramente, non farà altro che consolidare un genere che sembra quasi etichettare il nuovo livello della serialità italiana e che dal 6 ottobre sarà disponibile in 190 Paesi.
Un bene oppure un male? L’unica cosa certa è che le polemiche sono già iniziate e fino al prossimo 6 ottobre scadremo nei soliti luoghi comuni fatti di pizza, mafia, spaghetti e mandolino. La natura globale di Netflix farà il resto.