Seguendo una recente tradizione che si sta consolidando, anche quest’anno il film d’apertura della Mostra internazionale del cinema è hollywoodiano. Nel 2014 era stato Birdman di Alejandro González Iñárritu, l’anno scorso fu la volta di La La Land di Damien Chazelle, entrambe pellicole che hanno poi fatto incetta di premi Oscar. Potrebbe essere questo il destino che attenderà dopo Venezia 2017 di Downsizing, il film che apre il festival del cinema firmato da Alexander Payne? Stasera il film verrà proiettato dopo la cerimonia d’apertura, prevista alle ore 19 in Sala Grande, ma l’aria mondana da red carpet è mitigata dalle imponenti misure di sicurezza – ricordiamo che tra i partecipanti alla serata ci sarà anche il presidente della Repubblica Mattarella. E qualche giornalista, per esempio Gloria Satta sul Messaggero, parla di “Laguna in assetto di guerra” e di “massima allerta contro il terrorismo”.
Si preannuncia comunque un’edizione del festival assai interessante: Venezia 2017 è piena di divi e cinema americano, una presenza italiana – dopo le polemiche dello scorso anno – decisamente più agguerrita, la capacità di intercettare tutte le novità della cultura dell’immagine contemporanea, aprendo alla realtà virtuale con la sezione Virtual Reality e dialogando con Netflix, con un atteggiamento diverso da Cannes che quest’anno ha mostrato il volto più duro contro la piattaforma streaming – il presidente della Biennale Paolo Baratta ha chiaramente detto: “Siamo laici, non possiamo fare la guerra contro il progresso della tecnologia. Oltre a Downsizing l’altro titolo che campeggia in questa giornata è il film d’apertura della sezione Orizzonti, Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli.
Downsizing di Alexander Payne
Che il nuovo film di Alexandre Payne, un progetto che il regista americano coltivava da anni, prima ancora di Paradiso amaro e Nebraska, sia un papabile protagonista della stagione degli Oscar, lo testimonia la strategica uscita nei cinema statunitensi del 22 dicembre (in Italia un giorno prima), in tempo per poter prendere parte alla competizione per le statuette. Gli ingredienti ci sono tutti: un cast di prim’ordine, con al centro Matt Damon (atteso a un superlavoro a Venezia 2017, dato che è anche il protagonista di Suburbicon dell’amico George Clooney), Kristen Wiig, Laura Dern, Alec Baldwin e Christoph Waltz. E soprattutto una storia intrigante, a metà tra racconto di fantascienza, satira ecologica e commedia amara sul filo del paradosso
La vicenda è ambientata a Omaha, la città dell’amato Nebraska in cui è nato Alexander Payne: Matt Damon e Kristen Wiig (che ha sostituito nel cast l’annunciata Reese Witherspoon) sono due coniugi in crisi che decidono di sottoporsi a un rivoluzionario trattamento di rimpicciolimento, una tecnologia che gli scienziati hanno approntato per ovviare alla crisi energetica che sta prosciugando le risorse del pianeta. Nelle intenzioni della coppia questo espediente dovrebbe offrire loro la possibilità di una vità migliore. Ma sul più bello la moglie si tira indietro, e Matt Damon, già trasformato, si trova a misurarsi con una nuova cerchia di persone che, come lui, hanno optato per il rimpicciolimento.
https://youtu.be/jtQIqQPyqcY
I primi 12 minuti del film erano già stati proiettati in anteprima a luglio alle Giornate professionali del cinema di Riccione, nelle quali già sembra manifestarsi il tono satirico del racconto, con la coppia di coniugi che, pronta per sottoporsi al trattamento, segue la tipica trafila asettica e ospedaliera da fase pre-operatoria. A leggere la sinossi, sembrerebbe un tipo di storia che sarebbe potuta uscire dalla penna di un Charlie Kaufman (i paradossi dell’identità legati al cambiamento di dimensioni). Ma conoscendo Alexander Payne, che ha firmato la sceneggiatura insieme a Jim Taylor, è possibile che il racconto prenda delle cadenze più vicine a una commedia malinconica. Chi è riuscito già a vederlo, Todd McCarthy dell’Hollywood Reporter, parla senza mezzi termini del miglior film del regista, una commedia che, come nei classici di Hollywood, riesce a essere insieme contemporanea e senza tempo.
Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli
Il concorso della sezione Orizzonti di Venezia 2017 si apre con la proiezione in sala Darsena di Nico 1988, il film italiano diretto da Susanna Nicchiarelli. Lo produce una delle più interessanti realtà indipendenti nostrane, la Vivo Film di Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, che in questi ultimi anni si è segnalata con un pugno di titoli scelti con logica editoriale, tra i migliori del cinema di ricerca recente: Le quattro volte di Michelangelo Frammartino, Vergine giurata di Laura Bispuri, Via Castellana Bandiera di Emma Dante, tutti passati ai principali festiva internazionali, Venezia, Cannes, Berlino.
Nico 1988 conferma il percorso caparbiamente intrapreso: al centro del film una delle figure più intriganti della storia del rock, Christa Päffgen in arte Nico, ex modella tedesca che divenne musa e chanteuse dei Velvet Underground e che poi ebbe una carriera solista di pochi, ostici, straordinari dischi (Desertshore). La regista romana quarantenne Susanna Nicchiarelli (suoi Cosmonauta e La scoperta dell’alba) non si concentra però sul periodo elettrizzante e maledetto dei Velvet, Lou Reed e Andy Warhol, ma intercetta la protagonista, interpretata da Tryne Dyrholm (l’attrice danese di Festen e La Comune), nell’ultimo anno di vita, ricostruendo la parte terminale della sua esistenza tribolata a partire dalle testimonianze delle persone che più le erano state vicino, il figlio Ari e il manager Alan.
“Volevo restituire verità e rendere omaggio al talento di Nico – ha dichiarato la regista a la Repubblica – raccontando i suoi due grandi dolori, essere cresciuta nella povertà in una Berlino Oveest distrutta, e il rapporto con il figlio avuto con Alain delon, che non lo aveva mai riconosciuto”. E sebbene il film si focalizzi sul momento del crepuscolo, la regista si è sottratta tanto alla malinconia che al tipico ritratto dell’artista maledetta: “Ci tenevo a non dare un ritratto tragico, decadente, di questa donna”. E così ha affrontato il personaggio la Dyrholm, che nel film interpreta le canzoni con la sua vera voce. Nico 1988 uscirà nei cinema il 12 ottobre, distribuito da IWonder.