La tariffazione a 28 giorni di TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia (per citare sono i big di settore della nostra telefonia) sta facendo scuola, nonostante le tante multe fioccate per conto dell’AGCOM (l’ultima ai danni della società di WindTre). Il nuovo sistema di fatturazione, se ancora non si fosse capito, permette ai provider di monetizzare una mensilità in più (da 12 a 13, ndr.) rispetto alla modalità dei 30 giorni, vigente fino a qualche tempo fa.
Vista già la strada intrapresa da Sky (per il colosso di Murdoch la tariffazione scatterà a 28 giorni dal 1 ottobre, cosa da cui potrebbe prendere spunto molto presto anche Mediaset Premium), probabile che presto tutti gli altri enti possano seguire queste orme, al solo scopo di aumentare i propri profitti. Servirebbe solo l’intervento a muso duro di chi di dovere per sventare la minaccia, sempre più incombente.
Immaginate quanto peserebbe la questione sulle tasche degli italiani se le aziende erogatrici di servizi di consumo prendessero esempio dai fornitori di telefonia mobile: sarebbe un vero disastro, non è difficile preventivarlo (con la crisi che c’è, pagare un tot di bollette in più all’anno, tante quanto sono i contratti sottoscritti da ciascuna famiglia finirebbe solo con l’aggravare la situazione vigente).
A questo punto speriamo in una presa di posizione dell’AGCOM, che possa in qualche modo frenare la tariffazione a 28 giorni di TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia, e via via gli strani pensieri che starebbero, per quanto ne sappiamo, già frullando in testa agli altri provider nazionali.
Come credete finirà la questione? Una cosa è sicura: le società danno l’idea di potersi comportare come meglio credere, e le autorità di riuscire a fare ben poco, almeno per il momento, per contrastare questa malsana tendenza. Ritorneremo molto presto sull’argomento della tariffazione a 28 giorni di TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia: la situazione merita ulteriori approfondimenti senza ombra di dubbio.