Non è facile essere un Lettore Disperato ai tempi di Game of Thrones 7. Non è facile perché tutto ciò che vedi è un potenziale spoiler dei libri, ma magari è uno spoiler a metà, o magari non lo è affatto. Non è facile perché, giustamente, la gente ti dice: perché allora non smetti di guardare?
Mai.
Il Lettore Disperato non può più fare a meno della serie. Ecco, l’ho detto. Ora può tornare a lamentarsi in pace.
La risposta alla domanda che ha assillato il pianeta nell’ultima settimana è finalmente arrivata: Jaime è risalito dal Mar Morto portandosi dietro pure quei cento chili di armatura che aveva addosso – quando si dice i colpi di scena. A dire il vero in questo inizio di episodio un colpo di scena c’è eccome: il Lettore Disperato, che come più volte ha dichiarato in mezzo al malcontento generale non è propriamente un fan di Bronn, è d’accordo con lui su una cosa.
“Cunt”
Incredibile eh? Lo so. D’altronde, quando si tratta di ricordare a Jaime che è un cunt e che piuttosto che tornare a cagnolino da Cersei meglio ributtarsi nel fiume, come si fa a dargli torto?
Intanto, Daenerys sta provando a mettere in pratica il consiglio che gli ha dato la sua tata Tyrion Cacace: perché non ti fai qualche nuovo amico? Ed eccola lì, con tutti i Lannister sopravvissuti – che poi, Ed Sheeran sarà morto negli incendi? ecco una domanda a cui non avremo mai risposta: il problema è che, essendo cresciuta con tre draghi come figli, un marito morto per una profezia che l’ha resa sterile e una serie di simpaticoni che hanno provato a mettergliela in quel posto figuratamente e non, Dany è una specie di Mowgli e poverina, non conosce molti modi per fare amicizia.
Il tentativo non è troppo convincente, ma dopo il primo e immancabile bend the knee dell’episodio – facciamo una petizione per far diventare questa frase il titolo della serie – con Drogon che le dà manforte, quelli sono tutti piegati, pronti per un partitone a palla avvelenata e un festino in spiaggia. Tutti, tranne i due simpaticoni dei Tarly, che quando distribuivano la furbizia erano da un’altra parte: nemmeno Dickon vuole bend the knee (2), quindi Daenerys fa esattamente quello che ci si aspetta da una regina buona, giusta e generosa.
Quando ti chiedono se Daenerys è simile a suo padre:
L’uomo scaldabagno, colui che ha la personalità di uno shiba inu, Jaime Lannister è arrivato al cospetto della sua cara sorellina, che ancora dopo cinque episodi non ha intenzione di abbandonare il look dei Guardiani della Notte, pure se ci hanno provato a dirle che era di moda tre o quattro stagioni fa.
Dopo che Cersei ha come sempre ascoltato con attenzione ciò che il suo più fedele suddito ha da dirle, convenendo che sia il caso ancora una volta di affidarsi alla sua saggezza si è sciacquata gli zebedei con quello che le ha detto Jaime, inaspettato e subdolo arriva uno dei momenti più alti di questa stagione di Game of Thrones: Olenna che riesce ad adempiere al suo ruolo di sassy queen anche e soprattutto da morta.
Che poesia.
A Roccia del Drago nel frattempo è Drogon quello che ha fatto amicizia, per la precisione con Jon Snow – dalla serie, Targaryen chi? Jon?
“Ma chi è questo bel draghetto qui”
Daenerys, che tra i suoi otto ziliardi di appellativi ha pure quello di “Vecchia volpona”, non si fa sfuggire l’occasione per chiedergli un’altra volta della pugnalata nel cuore, quella che si è preso per la sua gente.
La risposta di Jon è eloquente:
Con un sorriso a trentadue denti come sempre, arriva un Dothraki a informare Daenerys che è arrivato un suo amico. E certo che è un mio amico dice lei, non lo vedi che benda il knee senza manco che glielo debba dire? La reunion con Jorah è un pochino toccante, bisogna riconoscerglielo, più che altro per il fatto che forse è la prima volta da secoli che Daenerys fa una smorfia che assomiglia più a un sorriso che al solito broncio da Io sono la regina gni gni gni. È talmente felice di vederlo che gli concede pure un abbraccio e uno sguardo languido, si sospetta siano per fare ingelosire Jon Snow ma tant’è, Jorah non è uno da lamentarsi per queste pochezze.
Mentre il Professor X si fa scoprire dal Re della Notte con i suoi animaletti lobotomizzati, gli Arcimaestri si stanno facendo una grassa risata sul corvo che in tre decimi di millisecondo ha già raggiunto la Cittadella. Sam è l’unico che crede a tutta la faccenda dei trip mentali di Bran, e non perde un secondo per iniziare col suo sermone: Avete un secondo per parlare della Lunga Notte, signori miei? Ma niente, quelli lo liquidano e continuano a raccontarsi le barze di Geronimo Stilton.
Tutti i re vogliono che gli altri bend the knee (3) secondo la saggezza di Tyrion, peccato che non ricordi di averlo mai sentito dire in sette onorate stagioni di Game of Thrones, ma vabbé. Varys azzarda il paragone col Re Folle, ma va figurati, cosa vai a pensare dice Tyrion, Daenerys non è suo padre e non lo sarà mai.
L’entusiasmo incontenibile di Bran Stark ha contagiato anche Jon Snow e Daenerys alla notizia che Arya e Bran sono vivi, sani e salvi a Grande Inverno.
Roba che Krypstak e Petrektek levatevi proprio.
Ma non è il momento di perdersi in chiacchiere, perché Tyrion e Jorah hanno in mente il piano del secolo: perché non andiamo oltre la Barriera, prendiamo un non morto che sicuramente non girerà da solo, ma avrà con sé la sua scorta di amici non morti, e lo portiamo come regalino a Cersei per farle credere che gli Estranei esistano davvero?
E qui c’erano tre possibili risposte:
A) Ahahahahahahah, no.
B) Ahahahahahahah, no.
C) Ahahahahahahah, no.
Invece, contro ogni logica possibile e immaginabile, la risposta è totalmente inaspettata.
No, non è una splendida-splendida-splendida idea, neanche un po’. Ma niente, ormai son tutti presi, io vado ad Approdo del Re a convincere Jaime e io vado al Nord, vengo pure io Ser Jorah, hai la mia spada, il mio arco e la mia ascia, ma come tu sei Re del Nord, embé voglio andarci pure io.
Davvero. Ci rinuncio.
A Grande Inverno intanto questi dicono sempre la stessa cosa, il Re del Nord deve stare al Nord, e abbiamo capito. Ed ecco che Arya punge Sansa lì dove brucia: non è che un pochino vuoi che Jon non torni mai più, per diventare Regina del Nord?
Ormai non ci meravigliamo più dei viaggi superveloci, nemmeno di quello di Tyrion e Davos già arrivati ad Approdo del Re – dai, è a uno sputo di distanza da Dragonstone -, ma piuttosto ci possiamo meravigliare del nuovo e inaspettato ruolo di Bronn: quello di Raffaella Carrà in un inedito revival di Carramba che sorpresa con protagonisti Tyrion e Jaime. Le solite storie, il papi mi odiava perché sono brutto e cattivo, ma che vuoi, dai facciamo la pace, no Cersei non benderà mai il knee (4).
Mentre la calda e sincera riunione di famiglia è in corso, Davos è arrivato al Fondo delle Pulci per fare la scoperta più sconvolgente del secolo – Gendry che lavora come fabbro – e la battuta più sagace del secolo – “Pensavo stessi ancora remando”. Ah-ah.
Ma come ci è finito qui Gendry, totalmente a caso, pronto a mollare tutto e a seguire Ser Davos con un martello? Ve lo racconto brevemente. Scrivendo la settima stagione, a un certo punto c’è stato il seguente dialogo:
Benioff: “Oh, Dan, non ti sembra che ci siamo dimenticati qualcosa?”
Weiss: “Qualcosa cosa?”
B: “Mah, non so. Ho un vago ricordo. Tipo uno su una barca”
W: “Eh?”
B: “Ma sì, me lo sarò sognato”
W: “…non starai mica parlando di coso lì, il bastardo di Robert Baratheon?”
B: “Com’è che si chiamava?”
W: “Andy? Kendy? Bend-d-kny?”
B&W: “GENDRY!”
Non è che potevano lasciarlo lì a remare per l’eternità. And kids, that’s how I met your Gendry.
Intanto Jaime si sente in colpa per l’incontro con Tyrion, e va a confessare tutto a mammina.
“Ti crepo di mazzate”
Fortunatamente si risolve tutto perché, sorpresa!, Cersei è incinta! Che gioia, dice Jaime, che cerca pure di svicolare sperando ci sia un altro padre che non sia lui. Che orrore, dice il Lettore Disperato, che sa benissimo che Cersei è destinata da Maggie la Rana ad avere solo tre figli, tutti e tre morti in giovane età. E quel “Non tradire più la mia fiducia” dà un po’ ragione al Lettore Disperato, dai, magari la furbona sta solo facendo finta. Speriamo.
Davos ha portato Gendry da Jon Snow facendogli mille raccomandazioni, mi raccomando, non dire niente di chi sei a nessuno, tantomeno a sua Maestà che mica ha tempo da perdere. E lui, per tutta risposta, confuso dalla salsedine che ha respirato per anni, è un completo disastro: “T’appo Jon? Sono Gendry, sono il figlio di Zio Rob, fatti abbracciare”.
Il momento è così toccante che pure Tyrion si sente in dovere di mostrare un po’ di affetto nei confronti di Jorah, col quale in un universo parallelo aveva condiviso un viaggio, una quasi morte e una quasi vendita come schiavi. Che bei momenti. A proposito di bei momenti, Daenerys è incredibilmente affettuosa nel salutare Jorah, gli prende le mani, si fa dare i baci e altre belle cose. Guarda caso dietro di loro c’è Jon Snow. Coincidenze? Io non credo.
Inopportuna peggio delle lamentele del Lettore Disperato, Gilly continua a leggere a Sam il “Forse non tutti sanno che” della Settimana Enigmistica mentre lui fa i compiti delle vacanze.
Qui il Lettore Disperato potrebbe dire molte cose.
Potrebbe dire che Rhaegar non avrebbe mai annullato un matrimonio politico.
Potrebbe dire che siccome i Targaryen nei libri sono poligami, non c’era bisogno di ripudiare Elia.
Potrebbe dire che è assurdo che abbia sposato Lyanna a Dorne, nella terra della sua povera moglie ripudiata.
Potrebbe. Ma sa che risulterebbe eccessivamente fastidioso. Allora sta zitto, in un angolino, buono buono a succhiarsi il pollice e a rimuginare sul fatto che per una volta in sei stagioni Gilly ha detto una cosa intelligente, Sam non se la fila di pezza – ma si ricorda il numero esatto dei gradini – e decide di impacchettare baracca e burattini per tornare a Grande Inverno.
(Giuro che c’è stato un momento in cui ho pensato che Sam avrebbe picchiato il piccolo Sam col libro che aveva in mano)
Il Viscido e Arya giocano a nascondino a Grande Inverno, e lei pensa di averlo fregato trovando il bigliettino della discordia, quello in cui Sansa quattordicenne tra un poster dei Kingslandingstreet Boys e una passata di mascara di nascosto tentava di convincere Robb a prestare fedeltà a Joffrey, sperando che così ci scappasse il limone con l’uomo dei suoi sogni.
Ma in realtà, colpo di scena, è Ditocorto che ha fregato lei, perché quel bigliettino era lì proprio per essere trovato. Il cretinometro di Arya salirà o scenderà in base a quanto deciderà di odiare Sansa per quel bigliettino.
Infine eccoci qui, a decidere le sorti della spedizione più a caso della storia. Medaglia d’oro a Tormund, che con le sue accurate descrizioni delle regine – “Quella coi draghi” e “Quella che si scopa il fratello” – e con la sua esplicita richiesta di avere la “big woman” che li accompagni ha vinto tutto. Rendendosi conto di essere in pochi, ma a quanto pare ancora fin troppo convinti della loro terribile idea, vanno a scomodare pure il Mastino, Beric Dondarrion e Thoros di Myr: eccoli qua, la Compagnia del Disagio, se qualche novello Tolkien vuole scrivere una storia su di loro vi assicuro che c’è da qualche parte un Peter Jackson che vi renderà milionari.
E niente, aprono il cancello e partono alla volta della cattura dell’Estraneo, una missione suicida come quella del Lettore Disperato ogni volta che è lunedì mattina e accende Sky per vedere il nuovo episodio.