Nek vince in Cassazione dopo il ricorso di Antonio Verrascina sul nome d’arte. L’ex componente del gruppo di debutto di Filippo Neviani ha infatti rivendicato la paternità del nome di fantasia usato dall’artista poiché – a suo dire – di proprietà dell’intero gruppo.
Secondo gli “ermellini”, Nek può continuare a usare il suo nome d’arte senza dover rendere conto ai suoi ex compagni, così come può tenere per sé i diritti dei primi tre dischi. Antonio Verrascina ha infatti richiesto un risarcimento per non aver ricevuto le royalties dei primi tre dischi, dal momento che il musicista e compositore avrebbe trascurato il suo negozio di strumenti musicali per dedicarsi al progetto del gruppo del quale faceva parte anche il batterista Claudio Govi.
Non ci sarebbe quindi nessun obbligo, per Nek, di versare i diritti di quelle opere. Tutto è bene quel che finisce bene, per Nek, che può quindi continuare a utilizzare il nome d’arte con il quale ha raggiunto il successo ormai 20 anni fa. Proprio quest’anno, si festeggiano i primi due decenni di Laura non c’è, che Neviani ha portato sul palco del Festival di Sanremo nel 1997. Per l’occasione, l’artista ne ha proposta una rilettura che sta portando sul palco del tour che sta tenendo in giro per l’Italia a supporto di Unici.
In questi mesi di intensa attività live, Nek ha avuto il tempo di concepire il suo disco in lingua spagnola, che poi ha rilasciato il 23 giugno scorso. In quella data, Filippo Neviani ha anche ripreso il suo tour dopo il successo della prima parte che ha condotto nei maggiori teatri italiani. La tournée dedicata a Unici continuerà per tutto il mese di agosto, con le ultime date programmate per questa nuova tornata di concerti. Per il finale della sua tournée, Nek potrà quindi continuare a farsi chiamare Nek senza rischiare di essere considerato un usurpatore.