L’attenzione riposta dai ragazzi di Blizzard su Overwatch è indubbiamente molto alta e soprattutto costante nel tempo: prova di ciò è data dalla sequela di contenuti che, a cadenza più o meno fissa, concede ai tantissimi utenti che affollano la community online di beneficiare di nuove feature, che espandono tanto la narrazione del titolo quanto le prospettive di gameplay. Certo, non tutte le ciambelle escono col buco, e se l’arrivo di nuovi contenuti fa di certo la gioia di un nutrito nugolo di fan, dall’altro c’è una gestione non propriamente ottimale delle componenti online, soprattutto per quanto riguarda la lotta alle scorrettezze.
Se infatti, prevalentemente per quanto concerne il lato console di Overwatch, le difficoltà principali consistono nel non riuscire ad allontanare i cosiddetti cheater, dall’altro una delle croci che da sempre affliggono il comparto multiplayer è di certo il Rage Quit: la rabbia e l’abbandono di una partita in cui sembra andare tutto storto potrebbe essere duramente punito, a breve, da parte dei ragazzi di Blizzard, che stanno studiando attentamente un piano per poter rendere il gioco online molto più godibile di quanto non lo sia stato finora.
Sempre attento alle esigenze della propria community il director Jeff Kaplan, che ha affermato: “La nostra filosofia è di non avere giocatori che abbandonano le partite, specialmente nel gioco competitivo. Abbiamo incrementato le penalità e proseguiremo su questa strada anche in futuro. Attualmente stiamo studiando una nuova policy che prenderà in considerazione da quante stagioni competitive un utente è stato bannato e una volta superato un certo limite non gli sarà più concesso di giocare in modalità competitiva”.
Pronto quindi il pugno di ferro per da parte di Blizzard per tutti gli utenti di Overwatch che non sanno – è proprio il caso di dirlo – stare al gioco, con una situazione che quindi si appresta a divenire molto più godibile nel prossimo futuro, il tutto appannaggio di quei giocatori corretti che vedono minate le proprie performance dai cosiddetti “rosiconi”.