Ne abbiamo viste e lette tante in questi anni sul web, ma in assoluto la bufala secondo cui a luglio verrà introdotta la tassa sui cellulari a partire da un costo di 30 euro al mese forse le batte tutte. Come sempre avviene in questi casi, è bastato che un sito come il Corriere d’Italia pubblicasse sulle sue pagine una notizia del tutto priva di fondamento per creare un timore diffuso sul web, soprattutto tra coloro che non hanno conoscenze avanzate sulla materia.
Arrivati a questo punto è necessario dare anche il nostro contributo affinché si arresti il timore che si possa andare incontro ad una prospettiva di questo tipo, perché ad oggi non c’è alcun riscontro su siti istituzionali e quelli più autorevoli che possa gettare le basi per l’eventuale tassa sui cellulari. Come accennato ad inizio articolo, dunque, si tratta in piena regola di una bufala e tutti noi, tra addetti ai lavori e lettori, abbiamo il compito di smentire la notizia.
Ovviamente non si può escludere a priori che in un futuro lontano si possano creare i presupposti per una situazione quantomeno simile, visto che la tassa sui cellulari da tempo rappresenta uno spauracchio per la popolazione, ma oggi 8 giugno possiamo rassicurare tutti sul fatto che al momento non è in cantiere alcun progetto del genere. Insomma, raffreddate i vostri animi se l’eventuale lettura della bufala vi ha creato attimi di terrore, perché almeno questa sentenza fiscale al momento ci è preclusa.
Il punto è che notizie del genere riescono a dar vita senza troppi problemi all’indignazione generale, senza che da parte del pubblico ci siano le verifiche necessarie. Quella della presunta tassa sui cellulari rappresenta un caso emblematico sotto questo punto di vista, come abbiamo avuto modo di osservare oggi.