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Home Cinema

Scappa – Get Out, l’horror che parla di razzismo nell’America di Trump e Obama

Giovedì 18 esce al cinema la sorpresa dell'anno del cinema americano. Il film dell'esordiente Jordan Peele parla di discriminazione e di un paese ben lontato dall'aver risolto le sue contraddizioni. Il pubblico si è immedesimato: e il low budget ha sbancato il botteghino.

di Stefano Fedele
16/05/2017
INTERAZIONI: 70

INTERAZIONI: 70

Scappa - Get Out, l

Con impagabile ironia, Scappa – Get Out, l’horror con cui esordisce alla regia l’attore comico Jordan Peele (del duo Kay & Peele), prenda le mosse dalla stessa situazione di Indovina chi viene a cena?, film simbolo dell’ideologia liberal politicamente corretta della borghesia bianca statunitense.

Anche qui c’è un uomo di colore – Chris Washington (Daniel Kaluuya), come il primo presidente e la capitale del paese – che insieme alla fidanzata bianca Rose Armitage (Allison Williams) va a conoscere il padre e la madre di lei, ignari del fatto che sia nero.

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Poco importa, assicura lei, che ripone piena fiducia nei genitori Dean (Bradley Whitford) e Missy (Catherine Keener), neurochirurgo lui, psichiatra lei. I due, infatti, accolgono calorosamente Chris nella loro bella villa in campagna. Dean ci tiene a chiamarlo cameratescamente “my man” e per chiarire il proprio modo di pensare gli dice: “Avrei votato Obama per la terza volta, se fosse stato possibile”.

Già, Obama. La sua presidenza durata otto anni dovrebbe, oltre ogni ragionevole dubbio, certificare l’ormai avvenuta integrazione in un paese definitivamente post-razziale. Ma Chris vive un’esperienza piuttosto diversa e, nell’andare avanti di Scappa – Get Out, che pure parte come una commedia, sempre più sinistra.

Gli Armitage hanno un giardiniere e una governante di colore dagli strani comportamenti, come fossero privi di emozioni. E piena di imbarazzi è la festa organizzata il giorno successivo: prima di tutto ci sono soltanto ospiti bianchi, che fanno a gara per mettere a suo agio Chris inanellando, come sempre in questi casi, affermazioni involontariamente discriminatorie; e non meno sospetto è l’unico invitato di colore, che esibisce vestiti e modi che imitano quelli d’un altoborghese bianco.

Questi sono solo i primi sviluppi d’una vicenda su cui, per ragioni di suspense, è impossibile dire di più. Una vicenda destinata a trasformarsi in un incubo, nella quale proprio ciò che apparentemente non fa problema, ossia il colore della pelle, ne diviene invece il cuore tematico.

Grazie alla cornice da film horror e alle retoriche codificate del genere, Jordan Peele può permettersi di mettere in scena conflitti razziali altrimenti impossibili da rappresentare in modi così aperti ed estremizzati. Tradizionale nella forma, Scappa – Get Out è un’opera intimamente sovversiva, che mette in crisi l’idea che la discriminazione sia questione ormai superata, descrivendo invece un modello sociale asfissiante che accerchia e condanna il diverso.

Il film palesa i suoi riferimenti: i personaggi inebetiti rinviano al classico L’invasione dgli ultracorpi di Don Siegel; la piccola comunità sorridente in superficie e al fondo minacciosa rimanda al sottovalutato horror Society, di Brian Yuzna; il nero “bianchizzato” – prodotto di una società dai deliranti sogni eugenetici – si ricollega a un personaggio del capolavoro Il corridoio della paura di Samuel Fuller, un nero rinchiuso in manicomio che si crede bianco e membro del Ku Klux Klan. Tre film che sono tra le massime espressioni di un cinema marcatamente politico. Proprio come Scappa – Get Out, l’horror costato 4,5 milioni con cui, guarda caso, Jordan Peele ha sbancato il botteghino americano (174 milioni incassati).

Tags: cinema americanofilm horror

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