Mass Effect Andromeda ha avuto uno dei lanci più travagliati degli ultimi anni di storia videoludica. Un iniziale entusiasmo ha poi lasciato il posto, per via di un paio di recensioni negative e qualche GIF ironica, a una crescente delusione, che ha trasformato la nuova avventura di BioWare da capolavoro annunciato a disastro totale. Qual è la verità su Mass Effect Andromeda? È un capolavoro? È un buon videogioco? È un flop totale? Cercheremo di capirlo nella nostra recensione, arrivata dopo una run estremamente approfondita, che ci ha permesso di esplorare da cima a fondo la galassia di Andromeda senza perderci nessuna (o quasi) attività o missione secondaria.
Mass Effect Andromeda rappresenta un tentativo coraggioso, da parte di BioWare, di continuare a cavalcare un’opera che, con la trilogia originale che ci ha permesso di vivere l’epopea del comandante John Shepard, ha segnato la scorsa generazione videoludica: la saga che ha visto Shepard contrapposto ai Razziatori ha, per certi versi, ridefinito in chiave originale e anche un po’ ironica i canoni della space opera, non senza attingere tantissimo – com’è giusto che sia – dai padri fondatori di questo ramo della cultura pop. Il misticismo di Star Wars, misto al carisma di Star Trek, il tutto riproposto in una salsa da western futuristico con i dettami del genere ruolistico. Pur lasciando l’avventura con un finale piuttosto aperto, Mass Effect 3 non ha mai lasciato presagire un vero e proprio continuo per la saga, ed ecco che Mass Effect Andromeda si pone a tutti gli effetti come un nuovo inizio – pur rispettando e onorando la tradizione, con continui riferimenti e strizzate d’occhio che i fan di vecchia data avranno sicuramente colto nel corso dell’avventura.
In una galassia lontana lontana
Il protagonista di Mass Effect Andromeda si risveglia a bordo dell’arca Hyperion, contenente gli umani in stasi che, dopo un sonno durato più di 600 anni, sono riusciti a raggiungere la galassia di Andromeda per colonizzarla e trovare una nuova casa per l’umanità. Il giocatore potrà scegliere, come da canone, l’aspetto, il sesso e il background di partenza del proprio personaggio. Noi abbiamo preferito mantenere il Ryder di default, poiché l’editor per la creazione del proprio eroe non ci ha fatto per nulla impazzire: tante le variabili e la possibilità, ma anonima la struttura di base – è inutile permettere di modellare con estrema dovizia di particolari un volto se le impostazioni basilari sono poco originali.
Mass Effect Andromeda ha un inizio piuttosto lento: il prologo della storia preferisce raccontare con calma il primo sbarco dell’uomo su Andromeda, prima di gettare a capofitto il giocatore nell’esplorazione vera e propria di un mondo vastissimo. È questo il concetto che sta alla base del gioco: se i vecchi giochi di Mass Effect basavano la propria trama sul compimento di una missione impossibile, sul senso del sacrificio e su figure eroiche pronte a difendere la propria razza, Mass Effect Andromeda poggia tutto sul senso, sul piacere e sul mistero della pura scoperta, su una romantica sensazione di piccolezza dell’uomo di fronte alle meraviglie e ai segreti di una frontiera completamente nuova e inesplorata. Un feeling che, giocando il nuovo capitolo di BioWare, lo si avverte solcando i terreni dei pianeti che Ryder e il suo equipaggio dovranno colonizzare: ambienti vastissimi e sconfinati che, grazie al sapiente uso di luci e colori, regalano paesaggi mozzafiato rendendo i vari “Habitat” a tutti gli effetti dei comprimari del racconto.
L’open world di Mass Effect Andromeda si ispira moltissimo a Dragon Age Inquisition: alla grande quantità di superfici di dimensioni modeste da esplorare, qui si avranno di fronte pochi pianeti che tuttavia presentano una vastità e un numero di attività da svolgere davvero notevole. Ogni pianeta avrà delle quest di base, a cui si sommeranno quelle principali e quelle lealtà, in più al giocatore toccherà completare una serie di sfide e attività per rendere il globo in questione vivibile al 100% e fondare una colonia. In questo senso è da tenere presente che le attività, le queste e le sfide da portare a termine si somigliano un po’ tutte da pianeta a pianeta: il parco di missioni secondarie (che si dividono tra Incarichi Heleus e Incarichi Aggiuntivi) è sì ricco ma anche molto piatto, riducendo ogni quest semplicemente a recuperare oggetti, e risorse, eliminare un gruppo di criminali oppure convincere determinate persone a compiere o non compiere un dato gesto. Anche gli enigmi da completare, necessari per attivare le cripte Relictum di ogni pianeta per renderlo vivibile, col passare del tempo diventano oltremodo noiosi e ripetitivi.
Un universo sconfinato, ma…
È necessario dedicarsi anima e corpo a scovare tutti i segreti di Andromeda per proseguire nella trama principale? No, non per forza. Ma non farlo tradirebbe lo spirito del gioco in sé: come già detto, l’avventura del Pioniere Ryder è un’allegoria del viaggio dell’uomo alla scoperta di mondi ignoti e questo include anche conoscere. Fare la conoscenza, o venire a conoscenza, di persone, razze, oggetti, culture, segreti, tutto questo esplorando a fondo Andromeda carpendo ogni informazione, dialogo o scrittura. A BioWare va il merito di aver imbastito, negli scorsi anni, e consolidato, con Andromeda, un universo sconfinato e affascintante, così pieno di storia e cultura.
Sullo sfondo di questo immenso background c’è un nemico letale e misterioso, un popolo alieno tutto da scoprire e una verità che sale sempre più a galla. La storia di Mass Effect Andromeda regala alti e bassi nelle numerose ore che il giocatore è chiamato a vivere, com’è tuttavia inevitabile in un prodotto longevo come un videogioco di questo genere. Quel che conta è che l’epopea di Ryder e dei suoi, dall’inizio alla fine, presenta risvolti coerenti e appassionanti nei suoi momenti clymax, il tutto accompagnato dal solito, immenso parco di dialoghi e di scelte che il giocatore è portato a compiere: qui il classico sistema Eroe/Rinnegato, canonico per la precedente trilogia, lascia spazio a un più vasto sistema di dialoghi abbastanza aperto, nel quale è possibile fornire dalle 2 alle 4 risposte, ognuna corrispondente a un diverso stato emotivo.
Una storia non è mai buona senza personaggi carismatici e, in questo senso, Mass Effect Andromeda regala grandi soddisfazioni: i comprimari, su tutti il pittoresco equipaggio della Tempest, presentano personalità e storie alle proprie spalle che non faranno rimpiangere troppo gli storici protagonisti che hanno affiancato Shepard nelle sue avventure e le rispettive missioni lealtà rappresentano uno dei punti narrativi più alti dell’intera esperienza di gioco – senza contare che le relazioni che si potranno intessere con essi sono tutt’altro che banali e scontate.
Dimmi che grafica hai e ti dirò chi sei
Sul piano del gameplay Mass Effect Andromeda offre le soddisfazioni maggiori: i precedenti giochi, specie i primi capitoli, presentavano un gunplay piuttosto macchinoso e acerbo, senza dubbio di assoluto secondo piano rispetto alla profondità narrativa e ruolistica. Nel nuovo capitolo di BioWare, invece, sparare è divertentissimo, specie se combinato con i numerosi poteri a disposizione: il gameplay del titolo mette sul piatto un parco di armi, armature, oggetti consumabili ed equipaggiabili, abilità e tecnologie sconfinato, tutti elementi che i giocatori più “smanettoni” non mancheranno di combinare tra loro per creare le combo e gli equipaggiamenti più utili al proprio gioco. Si spara che è una bellezza, insomma, il tutto impreziosito dai poteri e dall’utilizzo di due piccole innovazioni: parliamo dello scatto e del jetpack, che permettono – oltre che di combattere meglio – anche di esplorare più facilmente gli ambienti e raggiungere superfici altrimenti irraggiungibili. Fin qui la nostra recensione di Mass Effect Andromeda si è destreggiata tra gli alti e i bassi del titolo, ma ora arriviamo alla questione più cruciale di tutte, quella che ha acceso i flame sul web e che – nell’immaginario di molti giocatori – ha determinato il passaggio del gioco da capolavoro a disastro: il comparto grafico.
Inutile nascondere che, a fronte dei bellissimi paesaggi e della raffinatezza di armamenti ed equipaggiamenti vari, Mass Effect Andromeda presta il fianco a limiti tecnici più o meno gravi. Bug di gioco piuttosto frequenti, che in alcune occasioni hanno addirittura fatto “sdoppiare” personaggi o fargli assumere posizioni inusuali, sono certamente stati corretti con gli ultimi aggiornamenti, insieme alle tanto discusse animazioni facciali. Sono state queste ultime il vero oggetto di polemica di moltissimi utenti e che – a nostro parere ingiustamente – hanno determinato tutto il fango gettato sul lavoro di BioWare.
Produrre un videogioco non è un’opera facile, né tanto meno per un critico risulta facile saper giudicare quel prodotto – un’opera, appunto, un medium artistico ancor più che di intrattenimento – e analizzarne in toto tutti i dettagli. In questo discorso è opportuno ricordare che BioWare non ha mai brillato in termini di dettagli facciali dei suoi personaggi: questo è annoverabile non solo nei precedenti Mass Effect, ma anche nei vari Dragon Age dei quali Inquisition, l’ultimo uscito, è doveroso ricordare che è stato sviluppato per le stesse piattaforme di Andromeda. Questo non giustifica un’evidente e obbiettiva carenza tecnica, che tuttavia non ha compromesso in alcun modo l’esperienza di gioco né tanto meno la godibilità narrativa di Mass Effect Andromeda. Perché in fondo è proprio l’elemento narrativo il fulcro del gioco: se la trama funziona, se i personaggi convincono e se la godibilità del prodotto sussiste, non vediamo perché non si possa sorvolare su un comparto tecnico che non è eccelso. Si badi bene che non si intende che non è da tener conto: i limiti tecnici che presenta Mass Effect Andromeda hanno un peso significativo sul nostro giudizio finale, ma condannare un’intera produzione ci sembra oltremodo esagerato.
Mass Effect Andromeda, con i suoi pregi e i suoi difetti, per questa generazione è esattamente ciò che fu a suo tempo il primo Mass Effect: un nuovo inizio, il primo capitolo di un’ipotetica nuova serie che darà il via a storie e possibilità inedite. Se al primo Mass Effect fu perdonata una piccola carenza tecnica, in termini di gameplay e profondità di gioco, non vediamo perché non si debba riporre fiducia nel futuro videoludico di un’opera ambiziosa e affascinante come Andromeda. Imparare dagli errori del passato è sicuramente il primo passo per un futuro importante.
Conclusioni
Mass Effect Andromeda è un titolo sconfinato, che mette al centro l’uomo e il suo rapportarsi alle grandezze e magnificenze dell’ignoto. Una buona storia e comprimari interessanti prestano il fianco a una struttura di gioco estremamente ripetitiva e limiti tecnici più o meno gravi, i quali – pur non compromettendo l’esperienza di gioco – pesano comunque sul giudizio finale. Il nuovo capitolo di BioWare resta un’opera ambiziosa come poche, capace di lasciare grande libertà al giocatore e al tempo stesso gettare solide basi per una nuova saga che in futuro, speriamo, sia in grado di superare limiti e pregiudizi e- così com’è stato per la crescita della precedente trilogia – di affermarsi prepotentemente sul mercato, ridefinendo ancora una volta i dettami della space opera videoludica con una visione fresca, profonda e avveniristica.
Pro
- Trama e comprimari avvincenti
- Mondo di gioco sconfinato e mozzafiato
- Gameplay appagante
Contro
- Attività ripetitive
- Limiti tecnici importanti
VOTO FINALE – 7.5/10