La saga di The Witcher, negli anni, è cresciuta esponenzialmente in popolarità grazie all’ottimo lavoro del team di sviluppo polacco CD Projekt RED, che ha realizzato videogiochi che hanno elevato il genere dei titoli di ruolo open world – su tutti l’ultima incarnazione, The Witcher 3 Wild Hunt, che ha vinto il titolo di Gioco dell’Anno e ha mantenuto standard altissimi con le sue due espansioni. I fan più appassionati sapranno, però, che la serie con protagonista Geralt di Rivia trae origine dai romanzi dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski. Non è il primo caso in cui un libro fantasy o sci-fi ispira una software house nella realizzazione di un gioco: così è stato ad esempio per la saga Tom Clancy o anche per la serie Metro. Ma che relazione commerciale esiste tra videogiochi e romanzi? Quale influenza l’altro? Gli addetti ai lavori si pongono su poli completamente opposti e, al centro di uno degli ultimi dibattiti, si pongono l’autore di The Witcher Andrzej Sapkowski e Dmitry Glukhovsky – che invece è l’ideatore dei libri di Metro.
Recentemente, nel corso di un’intervista, il papà di The Witcher ha parlato del successo della saga videoludica rapportato ai suoi romanzi. Non poche le polemiche nei confronti di CD Projekt RED, che sostiene la profonda influenza sul mercato che i videogiochi con protagonista Geralt hanno esercitato sui libri di Sapkowski. Ovviamente, lo scrittore non è per nulla d’accordo:
“La credenza, sostenuta da CDPR (CD Projekt RED, ndr), che i giochi abbiano reso popolari i miei libri al di fuori della Polonia, è completamente falsa. Io ho reso i videogiochi popolari: tutte le traduzioni dei miei romanzi in Occidente – inclusa la versione inglese – furono pubblicate ben prima del primo videogioco della serie“.
In effetti, andando a ritroso, il primissimo libro della serie di Geralt di Rivia fu pubblicato in Polonia agli inizi degli anni ’90, ma le prime traduzioni nel resto del mondo sono arrivate molto più tardi: “Il sangue degli elfi” vide la luce solo nel 2007 in Regno Unito, ad esempio, addirittura 2012 in Italia. E il primo videogioco, rilasciato per PC, arrivò sugli scaffali in tutto il mondo nell’ottobre del 2006. Insomma, i numeri sembrano dare ragione al team di sviluppo polacco.
La questione potrebbe finire qui, ma è intervenuto ad “accendere il fuoco” anche Dmitry Glukhovsky, lo scrittore che ha dato vita ai romanzi che hanno ispirato lo sviluppo di Metro 2033 e Metro Last Light. Parole pesanti e al veleno, da parte dell’autore e giornalista russo, nei confronti di Andrzej Sapkowski:
“Sta completamente sbagliando. Sapkowsky è solo un arrogante figlio di p*****a. Senza i videogiochi, la saga di The Witcher non sarebbe così popolare: i giochi hanno permesso a me e alle mie opere di essere conosciuti anche al di fuori di Russia e Polonia“.
Una diatriba estremamente sottile e delicata, che forse non potrà mai essere risolta a seconda delle opinioni contrastanti da parte degli addetti in gioco. Quel che è certo, però, è che noi giocatori abbiamo ampiamente apprezzato tanto i romanzi quanto i videogiochi di The Witcher e Metro.