Premiata all’ultimo Roma Fiction Fest proprio per questo ruolo, Cristiana Capotondi in Di padre in figlia è protagonista di una storia tutta al femminile di emancipazione e riscatto che attraversa 30 anni di storia italiana con uno spaccato sulla provincia bassanese.
La fiction diretta da Riccardo Milani – raccontata nella nostra recensione in anteprima – debutta il 18 aprile in prima serata su RaiUno, con protagonisti, insieme alla Capotondi, Alessio Boni, Stefania Rocca, Matilde Gioli e Francesca Cavallin.
Ospiti di Domenica In nella puntata domenica 9 aprile, le interpreti delle tre donne della famiglia Franza protagonista della fiction hanno raccontato i loro ruoli: se la Rocca interpreta Franca, una moglie analfabeta e sottomessa ad un marito padrone, ma con una grande voglia di riscatto e libertà, Matilde Gioli è Elena, un’adolescente ribelle è un po’ incosciente che finisce per restare incinta precocemente ed essere costretta ad un matrimonio riparatore.
Vera protagonista è Maria Teresa, interpreta da Cristiana Capotondi in Di padre in figlia: la figlia primogenita di Giovanni Franza, ruvido imprenditore della grappa nel Bassanese, combatterà per 30 anni per provare a convincere suo padre a lasciarle l’eredità dell’azienda, abbattendo il pregiudizio per il quale soltanto il figlio maschio avrebbe dovuto succedergli.
A Domenica In, Cristiana Capotondi ha parlato così di Maria Teresa Franza.
Un personaggio che mi ha totalmente emozionata sin dalla prima lettura: è un’eroina pacifica, una donna attraverso la quale scopriamo come le donne tra il 1958 e il 1985 si sono affrancate da un patriarcato che le vedeva madri e mogli, svolgere la loro vita all’interno delle mura domestiche. Secondo mio padre dovrei trovare un uomo e sposarmi e se proprio avessi voglia di studiare, dovrei fare le magistrali per diventare una maestra: io invece voglio fare chimica a Padova e ci vado, mi mantengo, studio. La determinazione di questa donna, che è anche un adolescente un po’ noiosa e secchiona, farà sì che avrà nell’età adulta la sua libertà di espressione, frutto di una motivazione più profonda che non è la semplice affermazione di confronti di un padre (…) Dalla storia di primogenita, peraltro, sopravvive l’azienda, quindi noi in realtà raccontiamo la storia delle aziende familiari italiane, che sono passate in tanti anni da padri capitani di imprese a donne straordinarie.
(Intervista in video dal minuto 00:17:45)
Pubblicato da Music Stalkers su Lunedì 10 aprile 2017