È cominciata dal capoluogo lombardo l’esperienza italiana del Dream Machine Tour per la band tedesca capitanata da Bill Kaulitz, prima di raggiungere anche Roma proprio ieri sera.
it's sunny in milan ☀️ https://t.co/rdIcrvpcBu pic.twitter.com/5TOpvqY4RP
— Tokio Hotel (@tokiohotel) March 28, 2017
La location scelta per la tappa meneghina è il Fabrique, che ha ospitato i Tokio Hotel a Milano il 28 marzo 2017 con un concerto curato nei minimi dettagli, permettendo ai fan di fare un tuffo nella propria adolescenza, senza però perdere di vista il presente e il futuro della band. Il concerto è cominciato alle 21:00 ed è bastata una rapida occhiata al parterre per vedere quanto il pubblico in dieci anni sia cresciuto insieme ai suoi beniamini, passati da essere idolo dei teenager a sonorità più elettroniche e mature, giunte a pieno compimento nell’ultimo disco Dream Machine, uscito lo scorso 3 marzo.
Il Dream Machine Tour è partito lo scorso 12 marzo da Londra, portando la musica dei Tokio Hotel in diverse città europee fino alla data conclusiva del 29 aprile in Russia.
Ad aprire le danze, come annunciato nella scaletta seguita alla lettera, è stato il brano Something New, estratto dall’ultimo album in studio come moltissimi dei brani proposti. Oltre a Something New, provengono da Dream Machine anche Boy Don’t Cry, Better, Cotton Candy Sky, Easy, As Young As We Are, What If e la track proposta in chiusura del live Stop Babe.
La scenografia e gli abiti, ripetutamente cambiati dal frontman Bill Kaulitz, hanno dato vita a uno show che ha conquistato i fan, insieme a una disposizione della band sul palco molto particolare: a dividere la scena con Bill Kaulitz c’era alla sua sinistra il batterista Gustav Schäfer, più volte acclamato dal pubblico, mentre Tom Kaulitz e Georg Listing hanno suonato su una piattaforma rialzata al centro della scena, anche se non sono mancate le occasioni in cui sono stati raggiunti da Kaulitz o viceversa.
In particolare i tre hanno suonato tre brani in acustico, Black, Run, Run, Run e Easy; ma lo spazio dedicato alle emozioni è proseguito, con Automatic dall’album Humanoid, momento in cui Bill Kaulitz ha invitato sul palco le fan che hanno acquistato il biglietto vip per cantare insieme.
Il concerto è durato un’ora e mezza e ha visto riproporre quasi in ultima battuta anche la hit Monsoon, che li ha consacrati al successo nel 2007, ma riproposta nella versione originale tedesca dell’album Schrei del 2005, cantata a squarciagola dal pubblico con visibile stupore della band.