Ai David di Donatello 2017 vince La pazza gioia, che porta a casa tre dei quattro riconoscimenti più prestigiosi: miglior film, miglior regia a Paolo Virzì e migliore attrice protagonista a Valeria Bruni Tedeschi.
Vince ma non trionfa il film sul disagio mentale del regista livornese. Perché in questa 61esima edizione del più prestigioso premio del cinema italiano i riconoscimenti sono stati equamente divisi tra i tre favoriti della vigilia: 5 statuette a La pazza gioia (anche acconciatura e scenografia); ma ben 6 sono i riconoscimenti andati a Indivisibili di Edoardo De Angelis (tra cui migliore attrice non protagonista ad Antonia Truppo e due premi a Enzo Avitabile per colonna sonora e migliore canzone) e 6 anche per Veloce come il vento di Matteo Rovere, che in quanto film di genere sull’automobilismo, quindi più “difficile” da girare, si aggiudica i riconoscimenti tecnici, dal montaggio al suono agli effetti speciali, centrando però anche il premio per l’attore protagonista, che va meritatamente a Stefano Accorsi, che ha accettato la sfida di un personaggio sgradevole e senza redenzione finale.
Questa equa distribuzione dei David di Donatello 2017 è in un certo senso il segno della vitalità del nostro cinema, ricordata anche da Giuseppe Tornatore il quale, chiamato a premiare il miglior regista, ha sottolineato come indice di salute l’eterogeneità dei candidati, un venerato maestro come Bellocchio, un solidissimo autore della generazione di mezzo come Virzì, e i giovani Rovere, De Angelis e Claudio Giovannesi di Fiore.
E proprio Paolo Virzì, quando ha ritirato il premio per il miglior film, giocando ironicamente sull’ormai leggendaria gaffe degli ultimi premi Oscar, ha detto “adesso mi fermano e dicono che ha vinto Giovannesi“. Aggiungendo però: “E la cosa non mi dispiacerebbe affatto”, con tono sincero.
Questa è la parte buona dei David di Donatello 2017, illuminati anche dal discorso buffo e singolare di Valeria Bruni Tedeschi premiata come migliore attrice. Prima ha chiamato sul palco Micaela Ramazzotti, anche lei candidata – “ormai siamo come Stanlio e Ollio, i nostri due personaggi non possono esistere l’uno senza l’altro” – e poi ha snocciolato, in un misto d’ironia e commozione, un lunghissimo elenco di ringraziamenti decisamente eterogeneo: “Franco Basaglia, che ha cambiato l’approccio della malattia mentale; Paolo Virzì, che mi guarda da anni con affetto, tenerezza e senza paura; ringrazio la mia povera psicanalista; gli uomini che mi hanno amata, che ho amato e che mi hanno abbandonata”.
E va ringraziata la Bruni Tedeschi per questo numero fuori programma, perché per il resto, va detto, la serata dei David di Donatello, 2017, per il secondo anno consecutivo trasmessa da Sky, è stata piuttosto monotona. Non è stata tanto colpa della conduzione del rodato Alessandro Cattelan, corretto anche se troppo insistentemente alla ricerca della battuta, quanto dello scarso coinvolgimento di un pubblico molto distaccato, che più che alla festa del cinema sembrava essere stato invitato al suo de profundis.
E in effetti, nonostante l’interessante qualità media dei film candidati, non si può dimenticare che, dopo i grandi exploit dell’inizio del 2016 di Quo vado? e Perfetti sconosciuti, quasi tutte le pellicole italiane dell’ultima stagione hanno avuto esiti a dir poco altalenanti al botteghino, con un calo del 38% degli incassi nel periodo natalizio – la moria dei cinepanettoni – e un 2017 nel quale, per ora, si sono salvati solo Ficarra e Picone con L’ora legale. Nell’apatia del parterre dei David di Donatello 2017, allora, è un po’ come se risuonassero il malumore diffuso e gli scricchiolii di un’industria del cinema che, autocelebrazioni a parte, vive un momento difficile, bisognosa di strategie che vadano oltre i mercoledì a 2 euro che tanto piacciono al ministro Franceschini.
Tra i pochi applausi convinti, il più sentito è stato quello a Roberto Benigni, che ha ricevuto dalle mani del presidente dell’Accademia del cinema italiano Giuliano Montaldo un premio alla carriera. “Nemmeno il Papa a San Siro ha avuto tanti applausi, mi viene voglia di dire una messa” ha detto il comico e regista toscano. “Questo è il premio più prestigioso del cinema italiano, che è il cinema più grande del mondo: quindi questo è il premio più grande del mondo”. E chiude con la “non dedica” a Nicoletta Braschi: “Vorrei dedicare questo premio a Nicoletta Braschi, ma non posso perché ho fatto tutto con lei. Questo premio non è mio, è suo. Perciò vorrei che lei lo dedicasse a me”.
Lo spettacolo imbastito da Sky era cominciato bene, con un divertente video-parodia, Io, te e David, con Valerio Mastandrea, Luca Argentero, Cattelan, Paola Cortellesi, Fortunato Cerlino, pieno di tutti i luoghi comuni necessari “per vincere un David”. Poi però lo spettacolo s’è come incagliato, con poche impennate – la cover di Across the Universe dei Beatles eseguita da Manuel Agnelli per ricordare gli artisti scomparsi quest’anno – e quell’obbligo del rispetto dei 45 secondi per i discorsi che ha messo ansia a più di un premiato.
I David di Donatello 2017 vinti da La pazza gioia (e Indivisibili e Veloce come il vento) probabilmente verranno ricordati come un‘edizione di transizione e in chiaroscuro, con tanti buoni film, effettivamente diversi per generazioni, stile, approccio, sui quali però pesano le incertezze di un’industria che ha bisogno come l’aria di strategie che la rilancino.
Questa la lista di tutti i premiati.
Miglior Film
La pazza gioia, Paolo VIRZÌ
Miglior Regista
Paolo VIRZÌ, La pazza gioia
Miglior Attore protagonista
Stefano ACCORSI, Veloce come il vento
Miglior Attrice protagonista
Valeria BRUNI TEDESCHI, La pazza gioia
Miglior Attore non protagonista
Valerio MASTANDREA, Fiore
Miglior Attrice non protagonista
Antonia TRUPPO, Indivisibili
Miglior Sceneggiatura originale
Nicola GUAGLIANONE, Barbara PETRONIO, Edoardo DE ANGELIS, Indivisibili
Miglior Sceneggiatura adattata
Gianfranco CABIDDU, Ugo CHITI, Salvatore DE MOLA, La stoffa dei sogni
Miglior regista esordiente
Marco DANIELI, La ragazza del mondo
Miglior produttore
Attilio DE RAZZA, Pierpaolo VERGA, Indivisibili
Fotografia
Michele D’ATTANASIO, Veloce come il vento
Musicista
Enzo AVITABILE, Indivisibili
Canzone originale
ABBI PIETÀ DI NOI, musica, testi di Enzo AVITABILE interpretata da Enzo AVITABILE, Angela e Marianna FONTANA, Indivisibili
Scenografo
Tonino ZERA, La pazza gioia
Costumista
Massimo CANTINI PARRINI, Indivisibili
Truccatore
Luca MAZZOCCOLI, Veloce come il vento
Acconciatore
Daniela TARTARI, La pazza gioia
Montatore
Gianni VEZZOSI, Veloce come il vento
Suono
Veloce come il vento, Pr. dir.: Angelo BONANNI – Mic.: Diego DE SANTIS – Mont. e Creaz.: Mirko PERRI – Mix: Michele MAZZUCCO
Effetti digitali
Artea Film & Rain Rebel Alliance International Network, Veloce come il vento
Documentario
Crazy for football di Volfango DE BIASI
Cortometraggio
A casa mia di Mario PIREDDA
David Giovani
In guerra per amore di Pierfrancesco DILIBERTO
Miglior film straniero
Animali notturni di Tom FORD (Universal Pictures)
Miglior film dell’Unione europea
Io, Daniel Blake di Ken LOACH (Cinema)